Raketa KGB Hologram: epilessia, portami via!
Inviato: 10 ott 2016, 12:06
Cari Soci,
Oggi mi tocca parlare di un altro orologio che, ingiustamente e colpevolmente, la comunità internazionale dei russofili tende a tenere a margine di ogni discussione senza riconoscere l’intrinseco valore artistico e storico-sociale.
E non se ne capisce proprio il perché.
Si tratta di un Raketa in una cassa tra le più proposte, viste e di successo, associata ad un quadrante che riprende simbologie del passato provando a mantenersi gagliardamente al passo con i tempi…
Si tratta di questo splendore
Dove ‘splendore’ è una parola quanto mai azzeccata non tanto in relazione alle sue qualità estetiche quanto a quelle riflettenti del quadrante
Come anticipato non gli manca nulla: il riferimento al KGB, le stelle del Cremlino illuminate al neon e un bel po’ di insana follia del designer che probabilmente ha finito i suoi giorni a contare fiocchi di neve sulle rive di qualche lago (ghiacciato) siberiano…
Non ne girano tantissimi, uno l’ho segnalato anche nel topic ufficiale dei Raketa 0
E non ce ne sono nemmeno troppe tracce online…
Nonostante questo non lo annovero tra quelli con quadranti di fantasia o rifatti recentemente, un po’ perché mi pare ben riuscito e ben fatto (ok, nel suo genere, non in generale…), un po’ perché l’ho preso dal solito Giuseppe di Livorno (quindi il primo acquisto sarebbe avvenuto agli inizi dei ’90, quando il rischio di rifacimenti e accrocchiature era quasi nullo), un po’ perché saltuariamente in giro se ne vedono di simili di medesima fattura mediamente ben rifinita (come lo zero sopra)
Su WUS si accenna a queste delizie in questo topic http://forums.watchuseek.com/f10/new-ar ... 34069.html nel quale (il peraltro onorato Socio) Samun afferma:
"The hologram on the dial is made on the Japanese equipment which has been specially bought for these purposes by Raketa plant
Hours with similar dials not frequent, especially I was lucky to find able "new without box" a little, at the former employee of Raketa plant."
Niente di ufficiale o formale, anzi, a voler fare gli avvocati del diavolo potrebbe sembrare che a lui ne siano capitati un po’ da vendere e provi a conferigli maggiore dignità con un minimo di ‘storicità’.
“without box” suona male, niente scatole, niente documenti.
E poi… Il mitico macchinario tecnologico-spaziale giapponazzo…
Buh, vabbè…
Non c’è un gran che altro da aggiungere ma già vi avevo annunciato che sarebbe stato un topic fotografico, dunque da questo punto in poi io declino ogni responsabilità per eventuali attacchi di epilessia, vomito esplosivo e diarrea a spruzzo eventualmente riconducibili alla visione delle foto
E’ piuttosto simpatico e complicato da rendere nella sua sfuggevole natura intrinseca (ma se avete pensato che avrei desistito, come evidente, vi sbagliate).
Le stelle fanno l’occhiolino, compaiono e scompaiono in relazione alla lunghezza d’onda della luce che vi s’infrange
Il logo del KGB invece è fermo e solido, cristallizzato ormai, come icona post POP che dai Vostok seriosi e vagamente celebrativi è ormai diventato un accessorio di abbigliamento lucidato a specchio e glitteroso
Per le foto ho usato come sfondo la copertina italiana di un libro di Pelevin.
Mi piaceva la scelta grafica dissacrante e l’idea del Raketa Pokemon discendente della tradizione sovietica che la sovverte e non si capisce bene se ridicolizzi o fortifichi con nuovi concetti e colori tramite i quali megadigievolve.
Oltre a quanto sopra detto trovo che i libri del citato autore siano tra quelli che meglio descrivano lo stato d’animo e lo spaesamento attivo di certa (grandissima) parte della popolazione russa dopo il passaggio dall’Unione Sovietica a quella delle mafie economiche.
Comunque, ormai lo sapete, lascio la filologia a chi la gradisce e vi propongo di riempirvi gli occhi con un’altra, ultima, foto (con il Pokemon che vi fa ciaociao con la manina, o è un pugno alzato? Chi lo sa, i tempi son cambiati, le abitudini son dure a morire, ci si adatta ma qualcosa nei riflessi innati resta sempre...)
Oggi mi tocca parlare di un altro orologio che, ingiustamente e colpevolmente, la comunità internazionale dei russofili tende a tenere a margine di ogni discussione senza riconoscere l’intrinseco valore artistico e storico-sociale.
E non se ne capisce proprio il perché.
Si tratta di un Raketa in una cassa tra le più proposte, viste e di successo, associata ad un quadrante che riprende simbologie del passato provando a mantenersi gagliardamente al passo con i tempi…
Si tratta di questo splendore
Dove ‘splendore’ è una parola quanto mai azzeccata non tanto in relazione alle sue qualità estetiche quanto a quelle riflettenti del quadrante
Come anticipato non gli manca nulla: il riferimento al KGB, le stelle del Cremlino illuminate al neon e un bel po’ di insana follia del designer che probabilmente ha finito i suoi giorni a contare fiocchi di neve sulle rive di qualche lago (ghiacciato) siberiano…
Non ne girano tantissimi, uno l’ho segnalato anche nel topic ufficiale dei Raketa 0
E non ce ne sono nemmeno troppe tracce online…
Nonostante questo non lo annovero tra quelli con quadranti di fantasia o rifatti recentemente, un po’ perché mi pare ben riuscito e ben fatto (ok, nel suo genere, non in generale…), un po’ perché l’ho preso dal solito Giuseppe di Livorno (quindi il primo acquisto sarebbe avvenuto agli inizi dei ’90, quando il rischio di rifacimenti e accrocchiature era quasi nullo), un po’ perché saltuariamente in giro se ne vedono di simili di medesima fattura mediamente ben rifinita (come lo zero sopra)
Su WUS si accenna a queste delizie in questo topic http://forums.watchuseek.com/f10/new-ar ... 34069.html nel quale (il peraltro onorato Socio) Samun afferma:
"The hologram on the dial is made on the Japanese equipment which has been specially bought for these purposes by Raketa plant
Hours with similar dials not frequent, especially I was lucky to find able "new without box" a little, at the former employee of Raketa plant."
Niente di ufficiale o formale, anzi, a voler fare gli avvocati del diavolo potrebbe sembrare che a lui ne siano capitati un po’ da vendere e provi a conferigli maggiore dignità con un minimo di ‘storicità’.
“without box” suona male, niente scatole, niente documenti.
E poi… Il mitico macchinario tecnologico-spaziale giapponazzo…
Buh, vabbè…
Non c’è un gran che altro da aggiungere ma già vi avevo annunciato che sarebbe stato un topic fotografico, dunque da questo punto in poi io declino ogni responsabilità per eventuali attacchi di epilessia, vomito esplosivo e diarrea a spruzzo eventualmente riconducibili alla visione delle foto
E’ piuttosto simpatico e complicato da rendere nella sua sfuggevole natura intrinseca (ma se avete pensato che avrei desistito, come evidente, vi sbagliate).
Le stelle fanno l’occhiolino, compaiono e scompaiono in relazione alla lunghezza d’onda della luce che vi s’infrange
Il logo del KGB invece è fermo e solido, cristallizzato ormai, come icona post POP che dai Vostok seriosi e vagamente celebrativi è ormai diventato un accessorio di abbigliamento lucidato a specchio e glitteroso
Per le foto ho usato come sfondo la copertina italiana di un libro di Pelevin.
Mi piaceva la scelta grafica dissacrante e l’idea del Raketa Pokemon discendente della tradizione sovietica che la sovverte e non si capisce bene se ridicolizzi o fortifichi con nuovi concetti e colori tramite i quali megadigievolve.
Oltre a quanto sopra detto trovo che i libri del citato autore siano tra quelli che meglio descrivano lo stato d’animo e lo spaesamento attivo di certa (grandissima) parte della popolazione russa dopo il passaggio dall’Unione Sovietica a quella delle mafie economiche.
Comunque, ormai lo sapete, lascio la filologia a chi la gradisce e vi propongo di riempirvi gli occhi con un’altra, ultima, foto (con il Pokemon che vi fa ciaociao con la manina, o è un pugno alzato? Chi lo sa, i tempi son cambiati, le abitudini son dure a morire, ci si adatta ma qualcosa nei riflessi innati resta sempre...)