Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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DaniLao
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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Gamanto
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Gamanto »

Da un neologismo ad un parallelismo. ;)
Là dove c'è il pericolo, cresce anche ciò che salva - Friedrich Holderlin
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DaniLao
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Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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“Anche l’odio contro la bassezza stravolge il viso. Anche l’ira per l’ingiustizia fa roca la voce. Oh, noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza, non si poté essere gentili”.
(Bertolt Brecht).

La notte tra il 2 e il 3 giugno 1944 a San Vito di Leguzzano (VI) giunse la Squadra d’azione del Fascio repubblicano di Schio, composta da: Bruno Marchesini, Domenico Marchioro, Paolo Sturmo, Natale Pozzati, Renato Prati, Umberto Bettini, Oreste Ceccon e Augusto Costeniero.
Il loro intervento era stato richiesto da Giulio Ultimo Ziliotto, Commissario prefettizio del paese, che in una lettera al Comando provinciale della GNR aveva lamentato come, a causa della mancanza di un presidio, San Vito fosse frequentata dopo il coprifuoco da sbandati e renitenti alla leva e alla precettazione al lavoro.

Giunti in via Cesare Battisti, gli squadristi incrociarono un giovane, Lino Zordan, che, datosi alla fuga, fu soppresso con una raffica di mitra alla schiena.
Svegliato dagli spari un civile, Natale Benetti, si affacciò alla finestra della camera e fu a sua volta ucciso da una raffica sparata al suo indirizzo.
Seguì un breve scontro a fuoco con un gruppo di partigiani, durante il quale due squadristi, Bruno Marchesini e Paolo Sturmo, furono feriti e condotti poco dopo in ospedale.

Il mattino successivo giunse in paese un’altra squadra comandata da Innocenzo Passuello, segretario del Fascio di Schio e futuro “boia del Grappa”, che appiccò il fuoco all’abitazione dei fratelli Micheletto, partigiani sanvitesi da tempo ricercati.
Le fiamme si estesero alle abitazioni vicine e nel tentativo di domarle un civile, Armando Campagnolo, padre di 6 figli, cadde in mezzo alle fiamme, rimanendo ustionato in quasi tutto il corpo.
Morì dopo due giorni di terribile agonia.

Su ordine del Questore, Lino Zordan e Natale Benetti furono caricati su un carretto e fatti sfilare per le vie di Schio, a monito della popolazione, dopo di che furono sepolti alle 5 del mattino, senza alcuna cerimonia e con il divieto di portare fiori.

Era l'inizio del terribile "mese di fuoco" che a San Vito si concluse con la deportazione in Austria di 20 giovani, due dei quali non tornarono.

Tre giorni più tardi giunse la rappresaglia partigiana. Bruno Marchesini e Paolo Sturmo furono freddati con 140 colpi sul loro letto all’Ospedale di Schio.
Ma non finì così.
Il 3 maggio 1945 Domenico Marchioro, assieme ad altri quattro fascisti, fu condotto a Pedescala e affidato alle cure delle donne sopravvissute alla strage compiuta dai nazifascisti in ritirata tre giorni prima, che li soppressero brutalmente. Si narra che furono fatti a pezzi con le roncole.
Due mesi più tardi, nel cosiddetto “eccidio di Schio”, Giulio Ultimo Ziliotto e Umberto Bettini furono uccisi dalle raffiche partigiane.
Gli altri squadristi, malgrado le numerose denunce presentate per quello e altri crimini commessi, riuscirono a sfangarla e, dopo una breve detenzione, a morire nel proprio letto.

No. Come diceva Bertolt Brecht, non si poté essere gentili. E chi lo fu, se ne pentì amaramente.”


Ugo De Grandis
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da DaniLao »

Hysaj canta Bella Ciao, furia ultras e striscione shock: "Verme, la Lazio è fascista"
Il nuovo giocatore biancoceleste intona l’inno partigiano e si scatena una bufera, vergognoso striscione spunta per le strade di Roma

Auronzo di Cadore. Protagonista, suo malgrado, Elseid Hysaj appena arrivato in biancoceleste dopo gli anni passati a Napoli. Come ogni nuovo giocatore, anche l'esterno albanese ha dovuto rispettare il rito di iniziazione intonando davanti ai compagni una canzone: ebbene, quella da lui scelta è stata Bella Ciao. Che fosse un omaggio alla "Casa di Carta" (come qualcuno ha provato a sostenere, ricordando come il motivo fosse ricorrente anche nella "serie" in questione) o che fosse solo la voglia legittima di cantare l'inno partigiano noto in tutto il mondo, fatto sta che la cosa ha provocato l'ira degli ultras di ultra-destra laziali, che si sono spinti fino a esporre un tanto eloquente quanto vergognoso striscione per le strade della città: "Hysaj verme, la Lazio è fascista".

Da qui allora la pretesa degli avere spiegazioni, presentandosi prima presso il locale in cui si trovava la squadra e poi nell'hotel sede del ritiro biancoceleste. Con tanto di intervento necessario della Digos e chiarimenti del ds laziale Igli Tare. E come sia andata a finire lo si può evincere girando la rete: i video pubblicati sui vari social dai giocatori stessi sono via via scomparsi, tolti o fatti togliere come si trattasse di un "reato".

(…)



La notizia la trovate ovunque ma il pezzo sopra, estratto da una testata dell’ultrasinistra, lo trovate qua https://www.sportmediaset.mediaset.it/c ... 102k.shtml
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ale9191
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da ale9191 »

Jesi, la gaffe della consigliera 'nostalgica': usa la bandiera dell'Rsi come ventaglio.

Durante il consiglio comunale Chiara Cercaci, videocollegata, si fa vento con un cartoncino con stampata la bandiera della Repubblica Sociale Italiana.
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DaniLao
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da DaniLao »

”Quando Johann Wilhelm Trollmann pianse di gioia, perché aveva vinto il titolo di campione dei pesi mediomassimi di boxe, le sue lacrime non furono tollerate. Trollman era un pugile, un uomo e non poteva commuoversi. Non solo: Trollman era poco tedesco e poco ariano. Era di origine sinti, e nel 1933 non andava affatto bene che uno “zigeuner” potesse sconfiggere il campione tedesco in carica, Adolf Witt. Già qualche anno prima, nel 1928, sebbene Trollman si fosse qualificato per le olimpiadi di Amsterdam, gli fu impedito di partecipare, perché un sinti non poteva rappresentare la Germania. E per lo stesso motivo, alla ricerca disperata di un pretesto, dopo pochi giorni dalla vittoria di Trollman su Witt, la federazione tedesca della boxe pensò bene di annullare il risultato. La motivazione ufficiale era che con le sue lacrime Trollman aveva offerto uno spettacolo poco decoroso, in contrasto con la virilità intrinseca del pugilato. Inoltre, il pugile veniva accusato di aver tenuto un comportamento antisportivo con il suo particolare stile, quasi da ballerino che salta sul ring da una parte all’altra. L’incontro, quindi, doveva essere disputato di nuovo, ma questa volta contro un altro campione, Gustav Eder. Inoltre Trollman doveva ballare meno, doveva stare fermo al centro del ring, a pena di squalifica. Era chiaramente una pagliacciata per favorire l’antagonista tedesco, ed evitare che un “non ariano” si aggiudicasse il titolo. E se pagliacciata doveva essere, allora Trollman decise di farla fino in fondo: si presentò sul ring cosparso di farina, per sembrare bianco, e si tinse i capelli di biondo. Una perfetta parodia di tedesco ariano, bianco e biondo. E come doveva essere, si fece mandare al tappeto. Una volta persa la partita e ristabilito l’orgoglio nazista in teoria la vicenda si sarebbe potuta considerare conclusa. E invece no. Gli fu ritirata la licenza da pugile e nel 1934 fu mandato ai lavori forzati. Provò a scappare per salvarsi dalla sterilizzazione imposta agli zingari, ma per salvare la moglie e la figlia che erano minacciate dalla Gestapo, decise non solo di subire la sterilizzazione, ma anche di divorziare, in modo che loro potessero cambiare cognome e non condividere il suo destino, che ormai appariva sempre più cupo e drammatico. Nel 1939, infatti, fu costretto ad arruolarsi nella Wehrmacht, ma quando poi fu ferito, nel 1941, fu deportato nel campo di concentramento di Neuengamme. Ma lì Trollman sempre più deperito, debole e malato, fu riconosciuto come pugile un tempo famoso, e fu costretto a combattere contro nazisti, kapò, collaborazionisti. Ovviamente Trollman perdeva perché non era in forze, finché un giorno, incredibilmente, riuscì a vincere contro un kapò ex pugile. che non sopportando l’umiliazione, il 31 marzo 1944 lo uccise a badilate. Solo nel 2003 la federazione pugilistica tedesca ha restituito a Johann Wilhelm Trollmann il titolo ingiustamente sottratto settanta anni prima.”

(La farfalla della gentilezza)
Sulla drammatica storia di Johann Wilhelm Trollmann, l’indimenticato Dario Fo ha scritto “Razza di zingaro” Chiarelettere, 2015.

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“È un bene che gli Usa superino nel medagliere delle Olimpiadi la Cina che diffonde virus e inquina il pianeta: sono la vergogna del mondo, un dovere disprezzarli”
marciodentro gasparri

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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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DaniLao ha scritto: 10 ago 2021, 21:15 “È un bene che gli Usa superino nel medagliere delle Olimpiadi la Cina che diffonde virus e inquina il pianeta: sono la vergogna del mondo, un dovere disprezzarli”
marciodentro gasparri


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Per fortuna i cinesi sanno chi è Gasparri, altrimenti si sarebbe rischiato l'incidente diplomatico.
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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Sai chi è un po’ che non vedo?
Ignazio la rutta, eppure era una personcina così a modo che mi stupisco non abbiano pensato a lui al posto di Mattarella

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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da wilcoyote »

DaniLao ha scritto: 11 ago 2021, 18:58 Sai chi è un po’ che non vedo?
Ignazio la rutta, eppure era una personcina così a modo che mi stupisco non abbiano pensato a lui al posto di Mattarella


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Mi sa che deve tenere un profilo basso, per via del figlio, inopinatamente assurto ai vertici dell'ACI. Anzi manco vertici, solo presidente dell'ACI di Milano, con un misero compenso di 1,4 milioni annui! Niente male per un avvocato quarantenne!
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