Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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mchap
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da mchap »

ale9191 ha scritto: 25 gen 2021, 11:09 Quando ho detto che ritengo un partito comunista nel 2021 anacronistico mi riferivo al fatto che parlare di lotta di classe, di padroni e operai in una società dove il 70%
In queste poche parole sono racchiuse tantissime problematiche. Dico anche che è condivisibile proprio perché molto generica e con questo non voglio fare una critica specifica, è un fatto.

Però....

Banalmente, il concetto di società divisa in classi e conseguenti conflitti, così come quello di padroni e operai, non è esclusivo della tradizione politica comunista, difatti al precede di decenni. In fin dei conti i parti comunisti sono nati nei primi decenni del '900.

Non si tratta nemmeno di riproporre in modo schematico la descrizione sociale/ideologica ottocentesca che trovò in Marx il torico d'eccellenza.
Di Marx rimane sicuramente valido e largamente diffuso nelle scienze sociali il metodo di analisi, di approccio alla definizione dei problemi sociali.

Possiamo inventare, creare, adeguare, le terminologie ma rimane un fatto che oggi come ieri, e anche molto più di ieri, pochi hanno molto e tanti hanno poco.
E' una fatto che la mobilità sociale è condizionata dal censo, dalla famiglia di origine, dalla geografia,ecc.
Possono avere nomi diversi, hanno nomi e forme diverse, ma esistono sempre "padroni" e "operai", "sfruttatori" e "sfruttati".
Come affrontare i conflitti sociali odierni, in una società globalizzata, richiede una descrizione teorica e forme di organizzazione nuove e adeguate che ancora non sono emerse e questa è la debolezza delle .... come chiamarle? classi sfruttate, subalterne, dominate, ... è solo questione di termini.

Piuttosto voglio ricordare che il concetto che il conflitto di classe è obsoleto, non esiste e non spiega più le dinamiche sociali, è praticamente vecchio quanto la definizione teorica della società divisa in classi, padroni e operai,ecc.

Per non dire di come negli anni '50 e primi '60 era tutto un fiorire di: la classe operaia non esiste più, i conflitti sociali sono scomparsi, la gente pensa solo al frigorifero, all'automobile, e tutto il reso.
Provate a rileggere la sociologia dell'epoca.

Quando poi in tutto l'occidente scoppiarono i conflitti sociali più duri e radicali di tutto il '900.

Mi fermo qui, consapevole che ho schematizzato molto, l'ho fatto per dare risalto ad un concetto: le classi sociali esistono ancora, i conflitti tra di loro anche.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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ale9191
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da ale9191 »

Mi trovi sostanzialmente d’accordo e per questo ribadisco che partiti di sinistra progressisti hanno tutti gli strumenti per poter combattere queste disuguaglianze senza essere obbligati a rimanere ancorati a dicotomie del passato.
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Cane
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Cane »

E' un piacere rileggere mchap sulla politica... :D
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Abulafia
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Abulafia »

Il problema di fondo cui il comunismo voleva porre rimedio rimane, ed è quello (ormai usato a mo' di sfotto), tra capitale e lavoro.
Non conta essere operai, dipendenti pubblici, impiegati o altro: conta chi sfrutta il plusvalore e chi viene sfruttato. La proprietà dei mezzi di produzione rimane invariata, che il mezzo di produzione sia un telaio, una caldaia oppure un migliaio di server seppelliti in una grotta svedese.

Se tratti anche i servizi come aziende (ieri da Fazio ho sentito l'aberrante Cottarelli che parlava di "aziendalizzare" il sistema giuridico perché "in effetti è un'azienda che produce sentenze", una roba per cui andrebbe impiccato al pennone più alto), anche gli impiegati nei servizi diventano né più né meno che persone che creano plusvalore per chi detiene il mezzo di produzione.

Di anacronistico c'è solo il voler utilizzare le categorie di un secolo o dell'altro, di un decennio o dell'altro: il discorso di fondo rimane lo stesso ed è perfettamente contemporaneo.
Era proprio Marx a fare i distinguo di materialismo storico (col famoso esempio del mulino ad acqua che dà luogo al feudalesimo e il mulino a vapore che dà luogo alla borghesia); ovviamente la sua analisi specifica si ferma all'epoca in cui è vissuto, ma l'impianto della sua speculazione aveva già il metodo di analisi anche "per quel che sarebbe successo".
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Cane
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Cane »

Abulafia ha scritto: 25 gen 2021, 17:58 Il problema di fondo cui il comunismo voleva porre rimedio rimane, ed è quello (ormai usato a mo' di sfotto), tra capitale e lavoro.
Non conta essere operai, dipendenti pubblici, impiegati o altro: conta chi sfrutta il plusvalore e chi viene sfruttato. La proprietà dei mezzi di produzione rimane invariata, che il mezzo di produzione sia un telaio, una caldaia oppure un migliaio di server seppelliti in una grotta svedese.
Secondo me queste cose non le risolverà nessuno, neppure il comunismo...
Anche perche' non possono essere risolte in quanto metterebbero a rischio il sistema attuale primo al mondo, e
dopo sarebbe peggio.....
Quì parlate spesso di comunismo...ma io non ho capito esattamente cosa intendete... :roll:
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da wilcoyote »

Cane ha scritto: 25 gen 2021, 21:44
Abulafia ha scritto: 25 gen 2021, 17:58 Il problema di fondo cui il comunismo voleva porre rimedio rimane, ed è quello (ormai usato a mo' di sfotto), tra capitale e lavoro.
Non conta essere operai, dipendenti pubblici, impiegati o altro: conta chi sfrutta il plusvalore e chi viene sfruttato. La proprietà dei mezzi di produzione rimane invariata, che il mezzo di produzione sia un telaio, una caldaia oppure un migliaio di server seppelliti in una grotta svedese.
Secondo me queste cose non le risolverà nessuno, neppure il comunismo...
Anche perche' non possono essere risolte in quanto metterebbero a rischio il sistema attuale primo al mondo, e
dopo sarebbe peggio.....
Quì parlate spesso di comunismo...ma io non ho capito esattamente cosa intendete... :roll:
E chi lo diche che è primo al mondo? E' un sistema che sta ditruggendo, letteralmente, il mondo in cui viviamo.
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Cane »

wilcoyote ha scritto: 25 gen 2021, 23:10 E chi lo diche che è primo al mondo? E' un sistema che sta ditruggendo, letteralmente, il mondo in cui viviamo.
L'europa e' prima al mondo per democrazia, tenore di vita, sociale, ecc...

Che la russia ha distrutto tutto senza dare nessun tenore di vita l'hai detto tu... :lol:
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da wilcoyote »

Cane ha scritto: 25 gen 2021, 23:18
wilcoyote ha scritto: 25 gen 2021, 23:10 E chi lo diche che è primo al mondo? E' un sistema che sta ditruggendo, letteralmente, il mondo in cui viviamo.
L'europa e' prima al mondo per democrazia, tenore di vita, sociale, ecc...

Che la russia ha distrutto tutto senza dare nessun tenore di vita l'hai detto tu... :lol:
Quindi secondo te questo è benessere:
Immagine

E questo:
Immagine
Qui siamo nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico.
Qui invece nell'Atlantico del Nord:
Immagine

E' solo questione di tempo, poi anche la civilissima Gemania o la civilerrima Svezia saranno sommerse dal pattume.

I russi hanno distrutto "solo" casa loro, noi abbiamo pensato a tutto il resto, lasciando per ora relativamente indenni le nostre case (ma basta che ti fai una passeggiata in riva al mare per vedere che la sabbia è sempre più contaminata dalle microplastiche).
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Abulafia
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

Messaggio da Abulafia »

Cane ha scritto: 25 gen 2021, 21:44
Abulafia ha scritto: 25 gen 2021, 17:58 Il problema di fondo cui il comunismo voleva porre rimedio rimane, ed è quello (ormai usato a mo' di sfotto), tra capitale e lavoro.
Non conta essere operai, dipendenti pubblici, impiegati o altro: conta chi sfrutta il plusvalore e chi viene sfruttato. La proprietà dei mezzi di produzione rimane invariata, che il mezzo di produzione sia un telaio, una caldaia oppure un migliaio di server seppelliti in una grotta svedese.
Secondo me queste cose non le risolverà nessuno, neppure il comunismo...
Anche perche' non possono essere risolte in quanto metterebbero a rischio il sistema attuale primo al mondo, e
dopo sarebbe peggio.....
Quì parlate spesso di comunismo...ma io non ho capito esattamente cosa intendete... :roll:
Non poterle risolvere totalmente non significa né che la situazione non possa parzialmente migliorare, né che la situazione attuale sia il migliore dei mondi possibili, però; anche perché il sistema sta già tirando la corda da solo, non c'è bisogno del comunismo per farlo fallire.
Con la velocizzazione delle dinamiche sociali ed economiche quelle "scosse" che il capitalismo riservava ogni qualche secolo e poi ogni qualche decennio, ormai iniziano a verificarsi ogni qualche anno.
Non può durare per sempre e non per sempre tutti giustificheranno la ricchezza di qualcuno a scapito della propria situazione.

Che gran parte delle soluzioni (ma non delle analisi, né dei metodi) di metà '800 non abbiano più senso ora, è abbastanza ovvio e non penso che Marx credesse che quel che funzionava nell'800 potesse funzionare nel 2021 e seguenti (per lo stesso discorso sul suo materialismo fatto in precedenza); questo però non credo vieti a nessuno di cercarne di nuove, anche all'interno dello stesso concetto di comunismo (che è abbastanza semplice: la proprietà collettiva dei mezzi di produzione).

Lo stesso capitalismo ultraliberista sta diventando sempre più vicino ad un leviatano statalizzato: le azienda diventano più grandi o falliscono, sono multinazionali, si affidano ai piani di produzione preconfezionati (in giappone sono addirittura quinquennali...), hanno bisogno di mezzi di produzione condivisi con altri per abbattere i costi (confidando in economie di scala perpetuamente crescenti, cosa che fregò già Marx e il socialismo reale) e anche nella mera gestione dei servizi la fuga verso "l'abbonamento" è evidente.
Ormai tutte le grandissime multinazionali vogliono pagamenti fissi, programmati, periodici e perpetui, a prescindere dal consumo: pochi possono permettersi di lucrare sul singolo pezzo, i grandi conglomerati (perfino l'automobile, col fiorire di immatricolazioni fittizie, noleggi a lungo termine, leasing, etc) hanno bisogno di ordini fissi e introiti assicurati.

Se l'internazionalizzazione, la condivisione dei mezzi di produzione (privata e non pubblica, ma rimane collettivizzazione), la programmazione industriale (e non solo di marketing) a lungo termine, l'affidamento ad una tassa (privata e non pubblica) rispetto al guadagno sul venduto etc etc non sono un chiaro segno di quello che sta avvenendo, non so cosa debba esserlo.

Peccato che al posto dei mastodontici enti pubblici comunisti del '900 il posto di comando ce l'abbiano degli enti amorfi e amorali, che ormai nutrono se stessi senza neanche un vero fine capitalista (benché chi li crei si ritrovi con un sacco di soldi).
Preferisco che le stesse cose le faccia lo stato etico e indirizzato che un ente economico cieco e senza destinazione.

Però tutto si può dire tranne che attualmente si viva il trionfo del capitalismo, che probabilmente ha già sconfitto se stesso proprio in questi ultimi 20-30 anni ed è già altro. Lo sapranno quelli dopo di noi che leggeranno i libri di storia.
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Re: Sentirsi antifascisti/antinazisti oggi

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Abulafia ha scritto: 26 gen 2021, 23:14 .. anche all'interno dello stesso concetto di comunismo (che è abbastanza semplice: la proprietà collettiva dei mezzi di produzione).
Io non credo che la soluzione sia che ciascun italiano possegga 1/60 milionesimo dei mezzi di produzione... :roll:
Soprattutto in italia sarebbero dei carrozzoni inefficienti, senza guadagno e quindi senza reinvestire...
La collettivazione dei mezzi di produzione non ha funzionato da nessuna parte al mondo...
Riproporre la proprieta' statale dei mezzi di produzione secondo me e' riproporre cose vecchie e gia' fallite... :(
Eventualmente servono idee innovative e rivoluzionarie.
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