Gadison Stern "Admiral" GS-990: sinotedesco con cuore russo
Inviato: 18 giu 2019, 16:24
Ho acquistato quest'orologio circa una decina di anni fa, ed è rimasto a prendere polvere da allora, l'avrò indossato sì e no tre o quattro volte. Oggi mi sono deciso a riprenderlo e a cambiargli cinturino, e finalmente l'ho rivalutato: ecco qui alcune foto. Lo metto qui nella sezione "eretici" (anche se non lo vedrà nessuno a parte Daniele ) , perchè pur avendo un cuore russo, non è proprio il caso di definirlo russo nè tantomeno sovietico. Ma la relazione ci sta, a partire dal movimento Slava e da altri piccoli particolari.
Anzitutto, "Gadison Stern" è un cosiddetto "mushroom brand", ovvero uno di quei marchi spuntati dal nulla come funghi e spesso finiti egualmente nel nulla, quasi sempre prodotti in Cina. Nel caso specifico, si trattava di una serie di orologi venduti sull'Ebay tedesco, spesso con design molto "carichi" e non troppo riusciti, e così sono finiti in vendita iperscontati, un pò come gli orologi "CCCP" , anch'essi dotati di movimento Slava. Ricordo che il mio lo pagai 40 euro nuovo, e altri modelli sono ancora in vendita oggi...in pratica quando riusciranno a vendere l'ultimo stapperanno una bottiglia di champagne. Questo però era già esaurito da allora, ed è effettivamente il più piacevole.
L'ispirazione di massima viene dai crono Junghans, anche se decisamente più "libera" come interpretazione (sicuramente meno equilibrata ma ugualmente gradevole). Ne è quasi una versione agli steroidi. La cassa è una 42 mm ben fatta e costruita, tutta in acciaio sabbiato. La ghiera e il vetro sono molto spessi e danno all'orologio l'aspetto di una enorme torta Sacher il cinturino originale in pelle era troppo piccolo e sottile, con gli attacchi spostati molto indietro sulle anse, per cui l'effetto "fiorellone" era esasperato. Col Nato (22 mm dall'inizio alla fine e più "gonfio" sugli attacchi), gli spessori si riequilibrano e l'orologio riacquista punti. La lunetta è unidirezionale a scatti, solida ma con un gioco abbastanza marcato.
Da notare che l'eredità russa viene indicata sull'orologio: sul quadrante in basso è possibile vedere il nome del modello in cirillico , ovvero "Admiral", anche se è presente un errore madornale in quanto c'è scritto "Almiral" (hanno messo алмирал invece di "адмирал". Questo per indicare che l'orologio non è stato certo disegnato da russi...Curiosamente, però, la scritta è riportata correttamente sul fondello. A modo suo, quindi, quest'orologio ha il merito di rivendicare l'origine del suo cuore. Lancette, freccia su lunetta e indici sono luminosi, il fondello con scritte a rilievo, la corona solida e ben manovrabile. Nel complesso quest'orologio ha lo stesso livello costruttivo di un ben più ricercato Aviator che costa cinque volte tanto, per dire alla fine quanto conti il prezzo finale sulla valutazione complessiva dell'orologio.
Il movimento è il noto Slava 2416, a doppio bariletto, con rimessa data "avanti e indietro", senza il pulsante ad ore 2 tipico delle versioni 2428. Si tratta di uno dei movimenti NOS che finirono sul mercato dopo la chiusura della 2a fabbrica orologi di Mosca, montati su questi, sui CCCP, sui "Moscow Time", sui Poljot International e anche su orologi di fascia più alta come i primi Lum-Tec. E' ben regolato e lubrificato e sembra particolarmente a punto.
Nel complesso, come per i CCCP, si tratta di un bel "flieger" da indossare senza troppi patemi, contando sempre sull'anima russa che ha al suo interno, frutto di una fabbrica che non c'è più.
Anzitutto, "Gadison Stern" è un cosiddetto "mushroom brand", ovvero uno di quei marchi spuntati dal nulla come funghi e spesso finiti egualmente nel nulla, quasi sempre prodotti in Cina. Nel caso specifico, si trattava di una serie di orologi venduti sull'Ebay tedesco, spesso con design molto "carichi" e non troppo riusciti, e così sono finiti in vendita iperscontati, un pò come gli orologi "CCCP" , anch'essi dotati di movimento Slava. Ricordo che il mio lo pagai 40 euro nuovo, e altri modelli sono ancora in vendita oggi...in pratica quando riusciranno a vendere l'ultimo stapperanno una bottiglia di champagne. Questo però era già esaurito da allora, ed è effettivamente il più piacevole.
L'ispirazione di massima viene dai crono Junghans, anche se decisamente più "libera" come interpretazione (sicuramente meno equilibrata ma ugualmente gradevole). Ne è quasi una versione agli steroidi. La cassa è una 42 mm ben fatta e costruita, tutta in acciaio sabbiato. La ghiera e il vetro sono molto spessi e danno all'orologio l'aspetto di una enorme torta Sacher il cinturino originale in pelle era troppo piccolo e sottile, con gli attacchi spostati molto indietro sulle anse, per cui l'effetto "fiorellone" era esasperato. Col Nato (22 mm dall'inizio alla fine e più "gonfio" sugli attacchi), gli spessori si riequilibrano e l'orologio riacquista punti. La lunetta è unidirezionale a scatti, solida ma con un gioco abbastanza marcato.
Da notare che l'eredità russa viene indicata sull'orologio: sul quadrante in basso è possibile vedere il nome del modello in cirillico , ovvero "Admiral", anche se è presente un errore madornale in quanto c'è scritto "Almiral" (hanno messo алмирал invece di "адмирал". Questo per indicare che l'orologio non è stato certo disegnato da russi...Curiosamente, però, la scritta è riportata correttamente sul fondello. A modo suo, quindi, quest'orologio ha il merito di rivendicare l'origine del suo cuore. Lancette, freccia su lunetta e indici sono luminosi, il fondello con scritte a rilievo, la corona solida e ben manovrabile. Nel complesso quest'orologio ha lo stesso livello costruttivo di un ben più ricercato Aviator che costa cinque volte tanto, per dire alla fine quanto conti il prezzo finale sulla valutazione complessiva dell'orologio.
Il movimento è il noto Slava 2416, a doppio bariletto, con rimessa data "avanti e indietro", senza il pulsante ad ore 2 tipico delle versioni 2428. Si tratta di uno dei movimenti NOS che finirono sul mercato dopo la chiusura della 2a fabbrica orologi di Mosca, montati su questi, sui CCCP, sui "Moscow Time", sui Poljot International e anche su orologi di fascia più alta come i primi Lum-Tec. E' ben regolato e lubrificato e sembra particolarmente a punto.
Nel complesso, come per i CCCP, si tratta di un bel "flieger" da indossare senza troppi patemi, contando sempre sull'anima russa che ha al suo interno, frutto di una fabbrica che non c'è più.