Sto scrivendo da un capitalistissimo Aifón adesso, pardon i miei possibili "sciaviddoni" grammaticali, come si dice nella mia amata Puglia.
Ho provveduto ad eliminare gli intrusi nel primo post, in modo da concentrarci solo sui paleoquarzi e gli elettromeccanici.
Sull'Omega Electroquartz abbiamo giá disquisito, primo orologio al quarzo da polso in assoluto (ma non il primo prodotto in serie, primato della Seiko). L'esemplare in mio possesso è stato prodotto nel 1971. Il consorzio CEH aveva in sviluppo il primo movimento al quarzo da polso fin dal 1963, ma a causa della complessità del movimento (riprogettato due volte, la prima versione, chiamata CEH Beta 1, aveva un motore passo-passo tradizionale prodotto dalla Socrem, ma era troppo costoso da produrre in serie, mentre il secondo, il Beta 2 al posto del motore passo-passo adottó un braccio mobile con i cricchetti, che diventó poi la soluzione adottata per il movimento di serie), che per gli elevati costi di sviluppo e produzione, costrinse gli Svizzeri a lavorare più lentamente e ad unirsi in consorzio per ridurre i costi, venendo battuti dai Giapponesi della Seiko nel 1969. Fu questo il motivo per cui il Beta 21 è stato sì il primo movimento al quarzo da polso, ma non il primo ad essere prodotto in serie. Il cristallo di quarzo oscillava a 8192 Hz, frequenza che adottó anche la Seiko per il 35SQ "Quartz Astron", concettualmente molto simile al prototipo Beta 1.
Immaginiamo se oggi al posto del 35SQ ci fosse stato l'Omega Electroquartz, il primo orologio con movimento Beta 21 presentato al pubblico, quanto sarebbe stata diversa la storia... Tralaltro delle 18 case orologiere che componevano il consorzio CEH, molte, come la Rolex, la Bulova, la Longines e la Jaeger-LeCoultre, abbandonarono il Beta 21 dopo poco tempo, a causa dei costi di produzione troppo alti. Solo la Omega e la Rolex, prima che quest'ultima sviluppasse l'Oysterquartz, continuarono ad adottarlo, mentre la Bulova abbandonó quasi subito il consorzio, dopo aver prodotto una piccolissima serie di Accuquartz dotati di Beta 21.
Quell'orologio a LED che si vede invece é il Pulsar P3 Date Command, primo orologio digitale elettronico dotato di calendario, successore del Pulsar P2, il primo orologio digitale elettronico mai prodotto ma soprattutto il primo orologio a LED prodotto in serie. Il P3 Date Command è dotato di visualizzazione del giorno del mese e del mese dell'anno e ha l'indicatore AM/PM oltre al riconoscimento automatico degli anni bisestili.
Il Bulova Accutron invece è uno "Spaceview", variante molto apprezzata della prima generazione di Accutron, lo Spaceview si caratterizzava per l'assenza di quadrante, tenendo il movimento ed il diapason in bella vista, per enfatizzare il nuovo ed innovativo movimento. Curiosamente, la variante Spaceview nacque per scopi unicamente pubblicitari, e non ne era prevista la produzione. Quando la Bulova inizió a distribuire gli Accutron "squelette" nelle gioiellerie, i clienti subito restarono incuriositi dagli orologi, e chiesero se fossero in vendita. La dirigenza della casa Americana pensó così di introdurre la variante "squelette" dell'Accutron, portando alla nascita della leggendaria versione Spaceview, che diventó cosí un vero e proprio oggetto di culto.
Il mio Accutron non è coevo al 100%, é un "Franken" nato dall'unione di diverse componenti, rimanenze di un orologiaio di Milano, che ha assemblato i pezzi creando questo particolare Spaceview. Inizialmente avevo intenzione di ripristinarlo per renderlo uguale allo Spaceview del 1969, ma poi ho deciso di tenerlo così, dandogli persino un nome: Frankie. Il suo movimento è il Bulova 214, prima generazione di Accutron, probabilmente dei primi anni '60, con transistor al Germanio e senza fermo macchina. E' uno degli orologi che indosso piú spesso.
Poi c'è un LIP R184 ereditato da mio zio, venuto a mancare parecchi anni fa. Movimento elettrico con bobina fissa, contatto fisico e diodo atto a sopprimere la scintilla che si crea quando la bobina tocca il contatto elettrico. Il LIP R148/184 è la seconda generazione di movimenti elettromeccanici realizzati in Europa, dopo il problematico LIP R27, sviluppato congiuntamente con la Elgin.
Vi é poi il Girard Perregaux 352, l'orologio è molto importante nel suo genere poichè è stato il primo orologio al quarzo ad avere una frequenza di oscillazione di 32.768 Hz, oltre ad essere il primo quarzo senza rubini ed il primo orologio ad adottare componenti in Teflon.
Il Girard Perregaux 352 era infatti conosciuto per essere un movimento autolubrificante per la maggior parte delle sue componenti, anche se comunque una revisione era sempre richiesta, ma meno frequentemente di un tradizionale meccanico.
Sotto invece vi è un pezzo particolare: il Tissot Seastar Quartz. Il suo cuore è il Tissot 2030, anno 1977. Il 2030 aveva tre particolarità: fu il primo movimento al quarzo della Tissot, quando essa era ancora una manifattura, fu il primo movimento al quarzo ad avere una regolazione motorizzata dei minuti, ed il primo movimento al quarzo ad avere una durata della batteria di TRE anni!
Il 2030 fu infatti concepito per essere un calibro altamente tecnologico ed efficiente. La regolazione motorizzata dei minuti consisteva nel premere la corona per qualche secondo, fino a quando la sfera dei secondi non si sarebbe fermata. Dopodichè si premeva di nuovo la corona, e la sfera dei secondi e dei minuti avrebbero iniziato a girare velocemente, lasciando andare la corona al minuto desiderato. Questo sistema fu adottato per rendere piú veloce il processo di regolazione e per evitare di cambiare anche i minuti durante un cambio di fuso orario, poichè tirando la corona si muove solo la sfera delle ore ed il calendario. La lunga autonomia fu invece dovuta al motore passo passo, prodotto dalla CEH (si, proprio il consorzio che sviluppó il Beta 21!) che aveva un ridottissimo consumo di energia. Testimonio il fatto che sono quasi due anni che non cambio la batteria a quest'orologio, e continua ancora a marciare.
Quello con il quadrante rosso invece è un orologio anonimo, ma che nasconde un cuore importante: il Ronda 1177, imparentato con il Ronda 1377, primo movimento al quarzo realizzato dall'azienda Svizzera, e soprattutto primo movimento al quarzo "accessibile" mai prodotto. Il Ronda 1377 e l'1177 ebbero il merito di ridurre i costi di produzione di questa tipologia di movimenti, e permise alla Ronda stessa di salvarsi dalla distruzione sistematica provocata dall'arrivo degli orologi al quarzo sul mercato.
Nello specifico, il Ronda 1177, risalente al 1975, 7 rubini e bobina fissa fu concepito per essere usato anche su orologi da donna, dato che il suo diametro era inferiore a quello del 1377, e soprattutto richiedeva due batterie anzichè una, soluzione adottata per allungare l'autonomia del movimento e per evitare di occupare troppo spazio con una 357.
I Ronda 1377/1177 erano prodotti e distribuiti dall'azienda stessa come orologi completi, sia senza marchio come il mio oppure marchiati "Ronda Quartz". Gli esemplari senza marchio erano acquistati dalle case orologiere che poi stampavano il loro logo sui quadranti.
Il Ricoh Riquartz, sempre del 1975, montava la seconda generazione di movimenti al quarzo prodotto dalla Ricoh, il 570. Calibro molto raffinato, dotato di 10 rubini, modulo elettronico in ceramica, il Riquartz era uno degli orologi più costosi allora disponibili in Giappone. La sua precisione, +/- 5 secondi al mese, era comparabile a quella del suo diretto rivale, il Seiko VFA nei suoi due calibri, il 3823 e il 3923. Per rendere ancora piú evidente il suo posizionamento come orologio di alta gamma, fu scelto di utilizzare soluzioni molto raffinate, come per esempio la cassa in carburo di tungsteno, vetro minerale prismatico, quadrante in occhio di tigre, un vero citrino incastonato sul rehaut, e su alcuni modelli, la corona placcata in oro.
Per gli ultimi due invece dobbiamo farci un viaggio nella Repubblica Democratica Tedesca. Il Ruhla Quarz 32768, mosso dal calibro UMF-28, è stato il primo movimento al quarzo prodotto nel blocco comunista, introdotto nel 1976. Derivato dall'inossidabile UMF-24, calibro a carica manuale, senza rubini e con scappamento a caviglie, l'UMF-28 aveva il quarzo ed il modulo elettronico in textolite prodotto dalla VEB Kombinat Mikroelektronik "Karl Marx" di Erfurt, mentr il motore passo passo era inizialmente prodotto dalla Motorola. Il Ruhla Quarz 32768 è anche conosciuto per essere stato il primo orologio al quarzo dell'Est ad essere andato nello spazio, grazie al programma spaziale Sovietico "Interkosmos". Un Ruhla Quarzo 32768 fu indossato dal cosmonauta Tedesco-Orientale Sigmund Jahn, che passó alla storia per essere diventato il primo Tedesco nello spazio.
L'ultimo invece è un Lafayette Ultra-High Frequency Electric, versione per il mercato Americano del Ruhla Electric, mosso dal calibro elettromeccanico UMF-26, derivato dall'Hamilton 505, ma a cui furono aumentate le alternanze orarie, da 18.000 a 28.800, e a cui furono apportate semplificazioni e migliorie progettuali, realizzando anche una versione con calendario, una per automobile e persino una per le sveglie da viaggio (la serie Midimatic della Ruhla). I Ruhla elettromeccanici ebbero un grande successo in Nord America, grazie ad un importatore Svizzero, Roland Gsell, che li importó con i marchi Lafayette, Targa, Ermi e molti altri. In poche parole, Gsell importava gli orologi smontati dalla DDR, li riassemblava tramite la Ermi, sua controllata in Germania Ovest, dove venivano rimarchiati ed esportati negli USA e in Canada.
Ho cercato di essere il più sintetico possibile, per non tediare troppo. Spero di non avere saltato niente.