Marco come ho già detto è un lavoro eccellente, era uno dei post di cui parlammo quando aprimmo il forum e meglio di così non si poteva fare, però perché non metterne una versione in italiano anche in questa sezione? in fin dei conti siamo un forum italiano e già molti fanno fatica a leggere i cataloghi in inglese
Due domande. Hai caricato i pdf sul forum, ma la possibilità dei pdf era solo per file piccoli? e come si fa caricarli?
Ora che mi ricordo, le domande sono tre

Avrei "qualche" libro da aggiungere, alcuni sono anche edizioni diverse di quelli che hai messo in elenco (le differenze il più delle volte sono minime rispetto al testo ma sono interessanti perché cambiano gli orologi illustrati).
Come gestiamo queste aggiunte?
A proposito del Weinberg. Ti ricordi quando ci vedemmo la prima volta a Torrevecchia? ti accennai proprio ad un libricino di un americano che aveva lavorato alla fabbrica di Mosca (ne ho poi trovata un seconda copia

e ho anche, in pdf, l'edizione tedesca, identica a quella in inglese).
Non ne ho mai parlato pubblicamente perché non sono riuscito a trovare alcuna informazione sull'autore né sulla sua sorte, in Unione Sovietica essere stranieri, per di più di origine tedesca e con tutta poobabilità ebreo, portava facilmente al GULAg. L'unica informazione che ho trovato non l'ho potuta verificare, se fosse vera Spielberg potrebbe farci un film
A proposito, l'edizione inglese è del 1933 (in 4500 copie), quella tedesca è del 1934 (5000 copie).
Non sono precisazioni bibliofile, le date sono importanti per comprendere il testo e per inquadrare l'autore.
Di Siegfried (o Sigfried) Weinberg non c'è traccia nelle cronache del partito comunista americano che pure negli anni '20 aveva un certa vivacità e nemmeno nelle ricostruzioni storiche successive.
La cosa è strana perché la storia di un comunista americano che va volontariamente in Unione Sovietica si prestava bene alla propaganda e infatti non mancano le informazioni su altri comunisti americani che scelsero di andarvi a lavorare.
Per contro è difficile conoscerli tutti. Solo recentemente e per un puro accidente è venuto fuori un altro nome, uno che ha lavorato ininterrottamente sin digli anni '30 in un altra fabbrica di orologi e vi è rimasto per decenni mettendo su famiglia con tanto di nipotini. Ma costui non ha mai pubblicato nulla e tanto meno in una collana "gestita" dai lavoratori stranieri, comunisti, in Unione Sovietica.
Quindi è più che possibile che Siegfried Weinberg sia veramente esistito, forse sotto un altro nome, forse.
Anche qui c'è altro da considerare, si tratta della natura della collana in cui è scritto il libro. Pura agiografia e propaganda come era nello stile dell'epoca, nondimeno si possono ricavare molte informazioni sia in quanto viene scritto esplicitamente come in quello che non viene detto.
Sono opuscoli comunque utili se letti nel modo giusto. Sono documenti e come tali vanno trattati.
Però è proprio strano che di Weinberg non si sappia nulla mentre sono facilmente reperibili informazioni su quasi tutti gli altri autori collegati titoli.
Sottolineo il quasi tutti.
Un altro fatto da considerare è che la comunità dei lavoratori stranieri a Mosca non era molto vasta. Non pochi sono scomparsi nelle purghe staliniane, ma le testimonianze coeve e quelle successive sono numerose. Ebbene non c'è traccia di un Weinberg nella memorialistica italiana e tedesca.
Non vuol dire molto ma va considerato.
Come è da considerare la possibilità che Weinberg sia stato fucilato o morto in qualche parte della Siberia. Sarebbe una buona ragione del perché non ne parlassero gli scampati, un po' meno per le testimonianze arrivate decenni dopo.
Insomma ci sono tante buone ragioni per dubitare sulla autenticità dell'opuscolo quante per accettarlo come veritiero.
Potrebbe essere un semplice lavoro redazionale in cui gli autori in copertina sono poco più che dei prestanome, molti di quei titoli lo sono.
Insomma, ho trovato interessante il Weinberg più per i misteri che ci sono attorno che per il contenuto

Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)