Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
- mchap
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Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Cosa posso dire a mia discolpa? Nulla, purtroppo proprio nulla
Viste su Subito.it le ho prese senza pensarci molto, in fin dei conti erano cinque euro a scatola, però le scatole erano quattro, poi sono diventate cinque.
Ho pensato chissà, forse sono un residuo del modaiolo periodo, orologi Soviet, profumo Soviet, scritte e caratteri identiche.
E invece?
bah! boh!
Poteva essere un omaggio alla operaite acuta filo-sovietic-modaiola di quegli anni. In fin dei conti non si vendevano le tute jeans Soviet simbolo del rude operaio metal-meccanico-lurgico-trattorista-ecc che rese grande e forte l'industria sovietica? Peccato che i jeans erano italiani! anzi, fatti ad Hong-Kong.
E non solo loro
China 4- Hong-Kong 1, mistero di un mondo già globalizzato o ancora agli albori della nuova era?
Avrete già notato che nelle scatole ci sono residui di una qualche sostanza giallina-appiccicosa, tipica delle spugnette delle scatole degli orologi russi.
Ma non c'è traccia di spugnetta.
Che roba sarà! di quegli anni? fatta più di recente? le scatole sono un po usurate dal tempo, autentiche NOS.
Ma sì, visto che c'ho speso qualcosa preferisco credere che fossero in circolazione negli anni della moda. Del resto giravano tante di quelle patacche
Viste su Subito.it le ho prese senza pensarci molto, in fin dei conti erano cinque euro a scatola, però le scatole erano quattro, poi sono diventate cinque.
Ho pensato chissà, forse sono un residuo del modaiolo periodo, orologi Soviet, profumo Soviet, scritte e caratteri identiche.
E invece?
bah! boh!
Poteva essere un omaggio alla operaite acuta filo-sovietic-modaiola di quegli anni. In fin dei conti non si vendevano le tute jeans Soviet simbolo del rude operaio metal-meccanico-lurgico-trattorista-ecc che rese grande e forte l'industria sovietica? Peccato che i jeans erano italiani! anzi, fatti ad Hong-Kong.
E non solo loro
China 4- Hong-Kong 1, mistero di un mondo già globalizzato o ancora agli albori della nuova era?
Avrete già notato che nelle scatole ci sono residui di una qualche sostanza giallina-appiccicosa, tipica delle spugnette delle scatole degli orologi russi.
Ma non c'è traccia di spugnetta.
Che roba sarà! di quegli anni? fatta più di recente? le scatole sono un po usurate dal tempo, autentiche NOS.
Ma sì, visto che c'ho speso qualcosa preferisco credere che fossero in circolazione negli anni della moda. Del resto giravano tante di quelle patacche
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Mi ricordo vagamente che i jeans erano venduti con un cacciavite...o con la tasca per il cacciavite...o roba del genere...boh...in tal caso arrivavano un pò tardi perchè di mazzate per strada, fortunatamente, in quell'epoca stupidina non ce n'erano (quasi) più, e nemmeno ne ho memoria.
Le scatole le ricordo bene invece. Oltre dieci anni fa le vidi nell'angolino di un caotico emporio di un quartiere popolare nella mia città, uno di quei negozi che trent'anni fa vendevano ogni cosa avanzata gli capitasse a tiro (giocattoli, vestiti, ecc). Prima della crisi ce n'erano ancora diversi, a loro modo rendevano vivi quartieri che ora sono solo degli slum desertificati e degradati. La scatolina però era vuota: l'avanzo di un avanzo, non mi serviva a nulla.
La spugnetta sulle tue si sarà sbriciolata, rimane giusto qualche traccia attaccata alla colla.
Chiaramente si trattava solo di simpatici gadget da due soldi, oggi il Made in Taiwan / Made in Hong Kong sarebbe considerato quasi di pregio All'epoca mi piaceva, non a caso, anche il contraltare degli orologi Soviet, ovvero il Winchester, un coso con un cinturino Bund e la cassa in ottone...e pure con i jeans Lee te ne davano uno simile.
Ecco, suvvia, questa roba finto sovietica qualche merito lo ha avuto, del resto li hai comprati
Imperversava Jovanotti, un emerito imbecille che oggi fa il guru di sto cazzo e tutti a seguirlo...c'erano quegli orribili colori fluo...ecco, seppur ad imitazione, questo sovietume de noantri portava un pò di compassata serietà...
Io gli anni '80 li ho detestati a morte, insieme ai paninari e agli abiti da clown. Ho amato invece parecchio i primi anni '90, quando si andava ai concerti in jeans normali, scarpaccie normali e camicia da boscaiolo...e quando si sperava illusoriamente in qualcosa di migliore, quando invece il peggio era dietro l'angolo. Ma si sa che le stagioni migliori sono sempre quelle che durano di meno.
Ecco , fine del pippotto, buonanotte.
Le scatole le ricordo bene invece. Oltre dieci anni fa le vidi nell'angolino di un caotico emporio di un quartiere popolare nella mia città, uno di quei negozi che trent'anni fa vendevano ogni cosa avanzata gli capitasse a tiro (giocattoli, vestiti, ecc). Prima della crisi ce n'erano ancora diversi, a loro modo rendevano vivi quartieri che ora sono solo degli slum desertificati e degradati. La scatolina però era vuota: l'avanzo di un avanzo, non mi serviva a nulla.
La spugnetta sulle tue si sarà sbriciolata, rimane giusto qualche traccia attaccata alla colla.
Chiaramente si trattava solo di simpatici gadget da due soldi, oggi il Made in Taiwan / Made in Hong Kong sarebbe considerato quasi di pregio All'epoca mi piaceva, non a caso, anche il contraltare degli orologi Soviet, ovvero il Winchester, un coso con un cinturino Bund e la cassa in ottone...e pure con i jeans Lee te ne davano uno simile.
Ecco, suvvia, questa roba finto sovietica qualche merito lo ha avuto, del resto li hai comprati
Imperversava Jovanotti, un emerito imbecille che oggi fa il guru di sto cazzo e tutti a seguirlo...c'erano quegli orribili colori fluo...ecco, seppur ad imitazione, questo sovietume de noantri portava un pò di compassata serietà...
Io gli anni '80 li ho detestati a morte, insieme ai paninari e agli abiti da clown. Ho amato invece parecchio i primi anni '90, quando si andava ai concerti in jeans normali, scarpaccie normali e camicia da boscaiolo...e quando si sperava illusoriamente in qualcosa di migliore, quando invece il peggio era dietro l'angolo. Ma si sa che le stagioni migliori sono sempre quelle che durano di meno.
Ecco , fine del pippotto, buonanotte.
- mchap
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
cuoccimix ha scritto:
Ecco, suvvia, questa roba finto sovietica qualche merito lo ha avuto, del resto li hai comprati
E ce credo, sicuro che merita, come tutto quello che appartiene a quel clima.
Qualche anno fa comprai tee accendini, sovietici doc, con tanto di certificato e istruzioni, completamente funzionanti. Roba per turisti, ok, ma tutto fa brodo.
Li trovai al mercatino di Latina, era un banchetto di due metri per tre, vendeva solo questi accendini, accatastati a piramide, una montagan di accendini, due-tre euro l'uno, tutti uguali. Era pure disposto a cederli in blocco per un cifra più che ragionevole, ma declinai l'offerta. Forse feci male, a rivenderli a cinque ci avrei fatto un mucchietto di euro.
Le sigarette non c'entrano nulla, le presi su Molotok. Mai accese. Dovrei controllare se hanno fatto i vermi
Jovanotti? l'ho sempre visto come un altro Renato Zero. Partito, forse, in un modo, è diventato prestissimo un prodotto costruito ad hoc.
Gli anni 80? li ho intravisti appena, lavoravo a testa bassa, i figli appena nati.
Però le nostre diverse età ce li hanno fatti vivere in modo diverso. I paninari, lo yuppismo, ecc. sono sicuramente la parte indigeribile di quegli anni, ma ci sono state altri aspetti da non trascurare. Ancora oggi non sopporto chi si butta sull'orologeria sovietica con un spirito edonista, esibizionista, esclusivista,ecc.
Ma gli '80 furono anche un tornare ad una vita normale senza essere soffocati da un impegno ad ogni costo e al quale sacrificare tutto.
Un altro aspetto che mi viene in mente è l'avvento dei pc, i primi modem, le prime BBS, il primo UNIX e tutti i suoi dialetti, aver visto nascere Internet ,ecc.
Gli anni '80 erano ancora anni in cui ci si poteva illudere di un futuro migliore, anche se stavamo già dentro all'oggi. Tutto sommato servirono a recuperare un po di fiato dopo la burrasca del ventennio precedente e prima dell'incubo che sarebbe venuto da lì a poco.
Gli anni '90 invece li ho vissuti come anni di crisi, di incertezza, di grande inquietudine. Si avvertiva che stava cambiando tutto e per il peggio, molto velocemente senza poterci fare nulla. Anni di guerre e stermini. L'antipasto della nostra quotidianità
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Gli anni '80 sono stati il proseguo naturale dei '60 a livello economico. So che è un azzardo, ma la crisi dei '70 si è avuta più a livello sociopolitico. A livello economico si è semplicemente trattato di una crisi congiunturale, sia pur rilevante, ma nulla, davvero nulla in confronto a quella che viviamo ora.mchap ha scritto: Gli anni 80? li ho intravisti appena, lavoravo a testa bassa, i figli appena nati.
Però le nostre diverse età ce li hanno fatti vivere in modo diverso. I paninari, lo yuppismo, ecc. sono sicuramente la parte indigeribile di quegli anni, ma ci sono state altri aspetti da non trascurare. Ancora oggi non sopporto chi si butta sull'orologeria sovietica con un spirito edonista, esibizionista, esclusivista,ecc.
Ma gli '80 furono anche un tornare ad una vita normale senza essere soffocati da un impegno ad ogni costo e al quale sacrificare tutto. Gli anni '80 erano ancora anni in cui ci si poteva illudere di un futuro migliore, anche se stavamo già dentro all'oggi. Tutto sommato servirono a recuperare un po di fiato dopo la burrasca del ventennio precedente e prima dell'incubo che sarebbe venuto da lì a poco.
Gli anni '90 invece li ho vissuti come anni di crisi, di incertezza, di grande inquietudine. Si avvertiva che stava cambiando tutto e per il peggio, molto velocemente senza poterci fare nulla.
Erano minori le esigenze? Probabile. Erano più favorevoli le "condizioni operative" (assicurazioni e bollette calmierate, tasse più ridotte, stabilità lavorativa e via dicendo)? SIcuro.
Poi arrivarono gli '80. Una rara congiunzione astrale: la stabilità lavorativa imposta dal decennio precedente si abbinava alle possibilità di un mercato in espansione. La prima non frenava il secondo, anzi, lo spingeva, e viceversa. Concetto volutamente ignorato dai prezzolati economisti odierni. Le case diventavano di proprietà. Arrivava la seconda casa, la seconda auto, la casetta al mare. Ed è proprio la ricchezza accumulata in quegli anni a consentire oggi a gran parte degli italiani e ai loro discendenti di andare avanti.
Purtroppo, con tante vivande al tavolo, nella festa si sono imbucati i gozzovigliatori: il debito pubblico ha inizato a lievitare allora. I primi '90 li ho sovrastimati quanto ad aspettative, anche per un cambio di prospettive personali: a un occhio di sedicenne di belle speranze, apparivano solo incredibili immagini di ladri che entravano in galera in manette. Se solo avessi previsto la meccanica successiva (e ben ce la esponeva una insegnante che non a caso incorreva in reprimende) mi sarei risparmiato l'ottimismo.
La generazione anni '80 comunque ha avuto una caratteristica tutta sua: è stata una generazione che in generale non ha sofferto (al netto di situazioni personali particolari). Caratteristica comune anche a quella anni '60, ma con la differenza che non ha restituito ciò che le è stato dato. Ecco perchè non si protesta, non si fa nulla: non abbiamo mai saputo cosa fosse cenare a pane e salame, non si capisce a cosa si va incontro perchè non lo si è conosciuto, ci si crogiola su Facebook nel revival delle merendine, dei cartoni e del C64, come bambinoni mai cresciuti. E poi cI sono gli ex ragazzi viziati, i paninari, gli yuppie di allora (quanti ce n'erano!), che sono diventati la nostra classe dirigente attuale, ancor più famelica delle precedenti ma senza il minimo concetto di Stato o pudore personale derivante dal "dover rendere conto" a una qualche morale pubblica. Che empatia sociale per i problemi sociali ed economici si pretende da chi non ha avuto mai nessun problema?
Una generazione silente e/o complice. Io stesso dico che la mia generazione, finchè non sarà sulla sedia a rotelle, sarà un bastone fra le ruote dell'Italia ancora molto, molto a lungo. Tipo una ventina d'anni almeno: proprio il tempo tipico di questi cicli storici.
- DaniLao
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Semplifico buttandola in leggerezza ma nemmeno troppo:
gli anni '60 hanno avuto il movimento di protesta giovanile;
i '70 la politica calda;
agli '80 è rimasta qualche sporadica protesta contro il nucleare;
ai '90 i film dei Vanzina...
gli anni '60 hanno avuto il movimento di protesta giovanile;
i '70 la politica calda;
agli '80 è rimasta qualche sporadica protesta contro il nucleare;
ai '90 i film dei Vanzina...
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
- mchap
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Ao', vabbè che siete un pochino più giovani però non avete giustificazioni per informarsi ci sono anche i libri
I Vanzina sono gli anni '80,basta guardare la filmografia.
Gli anni '60 sono tante cose, tra queste anche la protesta, la contestazione,ecc. che proseguono nei primi '70.
Gli anni '70 sono anni di crisi, da tutti i punti di vista. Va in crisi la politica, l'economia, la struttura sociale. Anzi, inizia la ristrutturazione, iniziano quei cambiamenti profondi conosciuti poi con il nome di globalizzazione (sul finire).
Solo in Unione Sovietica se la passavano ancora discretamente, grazie anche alla crisi petrolifera del 1973.
1967 Grecia. 1968 Città del Messico. 1969 Piazza Fontana. 1973 Cile. .......... queste alcuni degli avvenimenti da tenere presenti.
Chi dice che gli anni '60-70 furono anni stupendi, meravigigliosi,ecc. non la racconta giusta. Nel migliore dei casi si guarda solo alla propria esperienza e questa deve essere stata fortunata e/o privilegiata, in molti casi invece è la testimonianza di chi ha vissuto pensando solo a se stesso.
ma per i tanti che hanno dato tutto di se stessi allora c'è un solo modo per definire quel periodo: una tragedia.
I Vanzina sono gli anni '80,basta guardare la filmografia.
Gli anni '60 sono tante cose, tra queste anche la protesta, la contestazione,ecc. che proseguono nei primi '70.
Gli anni '70 sono anni di crisi, da tutti i punti di vista. Va in crisi la politica, l'economia, la struttura sociale. Anzi, inizia la ristrutturazione, iniziano quei cambiamenti profondi conosciuti poi con il nome di globalizzazione (sul finire).
Solo in Unione Sovietica se la passavano ancora discretamente, grazie anche alla crisi petrolifera del 1973.
1967 Grecia. 1968 Città del Messico. 1969 Piazza Fontana. 1973 Cile. .......... queste alcuni degli avvenimenti da tenere presenti.
Chi dice che gli anni '60-70 furono anni stupendi, meravigigliosi,ecc. non la racconta giusta. Nel migliore dei casi si guarda solo alla propria esperienza e questa deve essere stata fortunata e/o privilegiata, in molti casi invece è la testimonianza di chi ha vissuto pensando solo a se stesso.
ma per i tanti che hanno dato tutto di se stessi allora c'è un solo modo per definire quel periodo: una tragedia.
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NO cazzarola!mchap ha scritto:I Vanzina sono gli anni '80,basta guardare la filmografia.
Tre colonne in cronaca (1990)
Miliardi (1991)
Piedipiatti (1991)
Piccolo grande amore (1993)
I mitici - Colpo gobbo a Milano (1994)
S.P.Q.R. - 2000 e ½ anni fa (1994)
Io no spik inglish (1995)
Vacanze di Natale '95 (1995)
Selvaggi (1995)
Uomini uomini uomini (1996)
Squillo (1996)
A spasso nel tempo (1996)
Banzai (1997)
Fratelli coltelli (1997)
A spasso nel tempo - L'avventura continua (1997)
Simpatici & antipatici (1998)
Cucciolo (1998)
Il cielo in una stanza (1999)
Tifosi (1999)
Vacanze di Natale 2000 (1999)
Potranno mai le tue affermazioni essere un pochino meno definitive e assolutiste?mchap ha scritto:Nel migliore dei casi si guarda solo alla propria esperienza e questa deve essere stata fortunata e/o privilegiata, in molti casi invece è la testimonianza di chi ha vissuto pensando solo a se stesso.
ma per i tanti che hanno dato tutto di se stessi allora c'è un solo modo per definire quel periodo: una tragedia.
Dai Antonio, io mi fermo qua perché di certo di quegli anni ne so meno di te.
Però questo tuo intervento faccio finta di non averlo letto, il modo e il tono me lo rendono già indigesto prima di passare ai contenuti
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
I Vanzina sono gli anni '80 perchè:
Enrico Vanzina
Febbre da cavallo (1976)
Luna di miele in tre (1976)
Oh, Serafina! (1976)
Von Buttiglione Sturmtruppenführer (1977)
Tre tigri contro tre tigri (1977)
Per vivere meglio divertitevi con noi (1978)
Figlio delle stelle (1979)
Una vacanza bestiale (1980)
Arrivano i gatti (1980)
Fico d'India (1980)
La patata bollente (1980)
Il lupo e l'agnello (1980)
I miracoloni (1981)
I fichissimi (1981)
Viuuulentemente mia (1982)
Vado a vivere da solo (1982)
Dio li fa e poi li accoppia (1982)
Il tango della gelosia (1982)
Sballato, gasato, completamente fuso (1982)
Eccezzziunale... veramente (1982)
Sesso e volentieri (1982)
Il ras del quartiere (1983)
Mani di fata (1983)
Al bar dello sport (1983)
Sapore di mare (1983)
Mystère (1983)
Sapore di mare 2 - Un anno dopo (1983)
Vacanze di Natale (1983)
Mi faccia causa (1984)
Domani mi sposo (1984)
Amarsi un po' (1984)
Vacanze in America (1984)
Sotto il vestito niente (1985)
Via Montenapoleone (1986)
Yuppies - I giovani di successo (1986)
Italian Fast Food (1986)
Yuppies 2 (1986)
Animali metropolitani (1987)
I miei primi 40 anni (1987)
Montecarlo Gran Casinò (1987)
Ti presento un'amica (1987)
La partita (1988)
Il commissario Lo Gatto (1988)
Le finte bionde (1989)
La più bella del reame (1989)
Fratelli d'Italia (1989)
Carlo Vanzina:
Luna di miele in tre (1976)
Figlio delle stelle (1978)
Arrivano i gatti (1979)
Una vacanza bestiale (1980)
I fichissimi (1981)
Viuuulentemente mia (1982)
Eccezzziunale... veramente (1982)
Sapore di mare (1982)
Mystère (1983)
Il ras del quartiere (1983)
Vacanze di Natale (1983)
Amarsi un po' (1984)
Vacanze in America (1984)
Sotto il vestito niente (1985)
Yuppies - I giovani di successo (1986)
Via Montenapoleone (1987)
I miei primi 40 anni (1987)
Montecarlo Gran Casinò (1987)
La partita (1988)
Le finte bionde (1989)
Il "modello Vanzina" si crea tra la seconda metà dei '70 e tutti gli '80.
Per il resto cosa ho mai detto di tanto strano?
Se guardo agli anni '70 con gli occhi di chi li ha vissuti senza avere le spalle coperte e protette da una famiglia allora li considero una tragedia perché sono stati anni in cui si è perso molto tempo girando a vuoto trovandosi alla fine al punto di partenza, però con sette-otto-nove anni in più sulle spalle.
Chi invece aveva le spalle coperte è rientrato in famiglia, ha potuto contare su di essa, continuare gli studi, trovarsi un lavoro,ecc. e alla fine ricorda con piacere e nostalgia le esperienze vissute in quegli anni.
Le differenze sociali e di classe non erano, e non sono, una invenzione di qualche strambo filosofo. Queste differenze ci sono anche quando "si fa la rivoluzione", anzi si sentono molto di più perché, se va male, c'è chi casca sempre in piedi e chi si fa male.
Sono affermazioni troppo perentorie? (non capisco l'assolutista)
Forse per qualcuno possono esserlo, ma d'altra parte è la mia interpretazione degli anni che ho vissuto e che ho visto. Perché mai dovrei esprimerla in modo più diplomatico, gentile, soft,...?! Come ogni altra esperienza di vita ha i suoi limiti, non ci dovrebbe nemmeno essere il bisogno di dirlo. E' implicito. Però a distanza di quarantanni ci sono anche le ricostruzioni storiche che consentono di integrare e andare oltre alla propria esperienza.
Per me gli anni '70, tutto considerato e tutto concluso, possono essere rappresentati in termini di tragedia.
Per altri no? bene, mica gli do del "definitive e assolutiste... indigesto" ecc. Non sarò d'accordo ma è il loro modo di vedere le cose.
Enrico Vanzina
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Sapore di mare (1982)
Mystère (1983)
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Il "modello Vanzina" si crea tra la seconda metà dei '70 e tutti gli '80.
Per il resto cosa ho mai detto di tanto strano?
Se guardo agli anni '70 con gli occhi di chi li ha vissuti senza avere le spalle coperte e protette da una famiglia allora li considero una tragedia perché sono stati anni in cui si è perso molto tempo girando a vuoto trovandosi alla fine al punto di partenza, però con sette-otto-nove anni in più sulle spalle.
Chi invece aveva le spalle coperte è rientrato in famiglia, ha potuto contare su di essa, continuare gli studi, trovarsi un lavoro,ecc. e alla fine ricorda con piacere e nostalgia le esperienze vissute in quegli anni.
Le differenze sociali e di classe non erano, e non sono, una invenzione di qualche strambo filosofo. Queste differenze ci sono anche quando "si fa la rivoluzione", anzi si sentono molto di più perché, se va male, c'è chi casca sempre in piedi e chi si fa male.
Sono affermazioni troppo perentorie? (non capisco l'assolutista)
Forse per qualcuno possono esserlo, ma d'altra parte è la mia interpretazione degli anni che ho vissuto e che ho visto. Perché mai dovrei esprimerla in modo più diplomatico, gentile, soft,...?! Come ogni altra esperienza di vita ha i suoi limiti, non ci dovrebbe nemmeno essere il bisogno di dirlo. E' implicito. Però a distanza di quarantanni ci sono anche le ricostruzioni storiche che consentono di integrare e andare oltre alla propria esperienza.
Per me gli anni '70, tutto considerato e tutto concluso, possono essere rappresentati in termini di tragedia.
Per altri no? bene, mica gli do del "definitive e assolutiste... indigesto" ecc. Non sarò d'accordo ma è il loro modo di vedere le cose.
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Ciao Antonio, rileggendo il mio intervento mi rendo conto d'esser stato perfin troppo brusco e di questo mi scuso.
Riguardo i Vanzina: purtroppo non hanno smesso di fare film nei '90, sono stati una costante (deprimente a mio parere) e quindi non credo di avere torto nell'averli inseriti nella mia che era -dichiaratamente- una semplificazione.
Quel che mi ha innervosito però è stato questo passaggio:
Poi magari si può dissentire, interpretare, approfondire più o meno ma non me la sentirei di semplificare dicendo che chi non ha vissuto quel periodo come una tragedia fosse necessariamente uno che non ci ha messo se stesso o che forse aveva solo il culo parato dalla famiglia. Tutto qua.
Come detto quando me parlo non posso farlo in prima persona; i '70 li ho 'visti' (come dici tu) sui libri e tramite bocca, idee e occhi e pensieri di amici che c'erano e qualcosa hanno fatto (taluni -giusto per esempio- sono ancora in Nicaragua, e non erano partiti per farci le vacanze...).
Alcuni la pensano come te e altri no.
A me per farmi un'idea (approssimativa, certo!) son serviti entrambi i punti di vista.
Io che non ho vissuto quel periodo non giudico nessuno dei due punti di vista, tu c'eri e probabilmente hai più esperienze e elementi in più.
Ecco perché alla tua affermazione assoluta (sul decennio e su chi la pensa diversamente) mi vien da rispondere con il mio dubbio più possibilista
Riguardo i Vanzina: purtroppo non hanno smesso di fare film nei '90, sono stati una costante (deprimente a mio parere) e quindi non credo di avere torto nell'averli inseriti nella mia che era -dichiaratamente- una semplificazione.
Quel che mi ha innervosito però è stato questo passaggio:
Per me chi la vede diversamente da te su quel periodo e ne dice cose diverse da quel che ne pensi tu ha tutto il diritto di farlo ('e ci mancherebbe!' dirai tu...) senza bisogno che si ipotizzi che sia in malafede ('non la racconta giusta') o che fosse in individualista o di quella o quell'altra classe sociale (cioè un fortunato figlio di papà che dopo le marachelle è tornato all'ovile).mchap ha scritto:Chi dice che gli anni '60-70 furono anni stupendi, meravigigliosi,ecc. non la racconta giusta. Nel migliore dei casi si guarda solo alla propria esperienza e questa deve essere stata fortunata e/o privilegiata, in molti casi invece è la testimonianza di chi ha vissuto pensando solo a se stesso.
Poi magari si può dissentire, interpretare, approfondire più o meno ma non me la sentirei di semplificare dicendo che chi non ha vissuto quel periodo come una tragedia fosse necessariamente uno che non ci ha messo se stesso o che forse aveva solo il culo parato dalla famiglia. Tutto qua.
Come detto quando me parlo non posso farlo in prima persona; i '70 li ho 'visti' (come dici tu) sui libri e tramite bocca, idee e occhi e pensieri di amici che c'erano e qualcosa hanno fatto (taluni -giusto per esempio- sono ancora in Nicaragua, e non erano partiti per farci le vacanze...).
Alcuni la pensano come te e altri no.
A me per farmi un'idea (approssimativa, certo!) son serviti entrambi i punti di vista.
Io che non ho vissuto quel periodo non giudico nessuno dei due punti di vista, tu c'eri e probabilmente hai più esperienze e elementi in più.
Ecco perché alla tua affermazione assoluta (sul decennio e su chi la pensa diversamente) mi vien da rispondere con il mio dubbio più possibilista
Quaestio subtilissima, utrum Chimera in vacuo bombinans possit comedere secundus intentiones, et fuit debatuta per decem hebdomadas in concilio Constantiensi
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Re: Soviet Soviet Soviet Stupidamente Soviet
Aspe', un attimo. La questione non è il non aver vissuto quel periodo, allora, come una tragedia ma non in quadrarla come tale oggi, col senno di poi e la prospettiva storicaDaniLao ha scritto:
Poi magari si può dissentire, interpretare, approfondire più o meno ma non me la sentirei di semplificare dicendo che chi non ha vissuto quel periodo come una tragedia fosse necessariamente uno che non ci ha messo se stesso o che forse aveva solo il culo parato dalla famiglia. Tutto qua.
Un periodo in cui era normale e giustificato, per alcuni, mettere bombe a destra e a manca uccidendo centinaia di persone e per altri ammazzare e gambizzare singole persone solo perché indossavano una divisa o erano giornalisti, magistrati, ecc. è oggi definibile una tragedia.
Quando venivi aggredito, accoltellato, pestato a sangue, frantumato il cranio a colpi di chiave a inglese, solo perché avevi un aspetto di destra o di sinistra è, oggi, definibile una tragedia. E, ne sono convinto, anche allora.
O, ancora più semplicemente, anche il solo doversi guardare intorno ogni sera nel rientrare a casa è oggi definibile una tragedia.
Nel dire tutto questo tralascio consapevolmente il discorso sulle responsabilità sia individuali che politiche. Del resto su molti degli accadimenti di allora ancora non si conoscono bene le responsabilità, gli esecutori, i mandanti. E questa è una tragedia nella tragedia.
Insomma, chi ha vissuto allora ha sicuramente avuto i suoi momenti, esaltanti e indimenticabili, di "gioia di vivere" e, almeno per la mia parte, "lotta di classe".
Quello che oggi non sopporto è il reducismo. Ne ho sentiti troppi che nemmeno troppo sottovoce dicono ancora "ma dovete capire, allora c'era una situazione rivoluzionaria, le masse erano con noi,..." ecc. ecc. ecc.
Ecco questo è tragico. Assassini patentati, pluri omicidi, che non capivano una mazza allora arrogandosi il diritto di togliere la vita altrui sono oggi liberi, non solo di circolare ma di rivendicare una presunta validità storica del loro operato. Dimostrando di non capire nulla nemmeno oggi.
Questo è tragico.
Rimanendo alla mia parte politica, la sinistra, perché mai questa è entrata in coma irreversibile a partire dagli anni '80?
Una delle spiegazioni, non certo la sola, è che l'ampio consenso che aveva negli anni '70 era in realtà non solo minoritario ma, soprattutto, superficiale, molto epidermico.
Tanta gente che gridava inferocita "andreotti gobbo...." o fascisti tornate nelle fogne" chiuso il sipario sul periodo godurioso (per loro) e irresponsabile son tornate a essere pecorelle conformiste e inquadrate tante quanto erano incazzate prima.
Potrei continuare a lungo ma mi limito ad un solo ulteriore spunto.
Avete presente quel film "La meglio gioventù"? Bene, rappresenta alla perfezione quello che intendo dire.
Il film è una autentica barzelletta, un parodia degli anni che vuole raccontare.
Se togliamo il reducismo o le rappresentazioni della, presunta, intellighenzia di sinistra quello che rimane è "sì, sono anni in cui ho vissuto, intensamente, si scopava alla grande, facevi quello che cavolo ti pareva, sono in sono sceso in strada a spaccare vetrine e auto, ma in realtà non mi sono accorto di quello che stavo facendo." Questo è tragico.
Dio solo sa quanta gente ho visto urlare ferocemente contro i "padroni" andare poi a fare l'esame di storia contemporanea portando come argomento a scelta la rivoluzione del 1917 confondendo la "settimana rossa" con il "biennio rosso". Una ignoranza paurosa che però non li esentava di essere distruttivi verso le cose e le persone. Questo è tragico.
E la sera avevano sempre i soldi intasca per andare in pizzeria e al cinema con il loden e le clarks.
Dani, prova a parlare con tutti quelli che allora non avevano una lira in tasca, che per andare alle "riunoni" se la dovevano fare a piedi, con quel poco che guadagnavano con i lavori in nero (tanto domani cambierà tutto!) dovevano aiutare la famiglia. Senza loden, senza clarks, con le pezze al culo, senza pizza e cinema. Senza vacanze l'estate.
Detta così, sembra davvero una barzelletta. Ma questa delle vacanze può essere usata come una discriminante. C'era chi arrivata l'estate deponeva armi e bagagli andando in vacanza con mamma e papà ( o da loro pagate) e chi restava e si arrabattava come poteva cercando di arrivare a Settembre. Segui i percorsi futuri degli uni e degli altri e, forse, sentirai discorsi molto diversi tra loro.
Prova a parlare con chi non aveva nulla se non se stesso ( e le proprie catene da spezzare ) e vedrai che ne verrà fuori un quadro più autentico, sincero, sentito, senza troppe nostalgie e, magari, con al capacità di valutare le cose non solo in base alla propria esperienza ma anche in prospettiva storica.
PS
Ok, i Vanzina anche negli anni '90, è ovvio, ma il loro cinema, simbolo di disimpegno e vacuità, è iniziato proprio sul finire degli anni '70 e non a caso!
Io dei loro film non ne ho visto nemmeno uno (se non quando oggi ripassano in televisione).
Prova a chiedere a tanti "bravi ragazzi" di allora cosa andavano a vedere al cinema.
La risposta sarà, ci scommetterei uno Strela, " spaghetti western" prima e i Vanzina subito dopo.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)
(Charles Bukowski)