La procura di Bergamo ha concluso le indagini sulle mancanze con cui le autorità pubbliche si mossero nell'affrontare l'emergenza coronavirus in Lombardia.
Siamo nel 2023, hanno dichiarato la conclusione delle indagini per fatti del 2020.
A processo, a vario titolo, compaiono funzionari della Sanità lombarda, ma a fare scalpore sono i nomi di Speranza, Fontana e Conte, quest'ultimo accusato di aver tardivamente chiuso, cioè messo in quarantena, alcune zone.
Non mi sono informato molto sull'indagine, ma mi permetto di dire che l'accusa a Conte ( ed in generale agli amministratori pubblici con potere decisionale ) a mio giudizio non terrà: facile emettere pareri con il senno del poi, affermare addirittura che le mancate chiusure causarono 4500 vittime.
Forse ci siamo dimenticati di cosa pensavamo a marzo o febbraio 2020.
Tanti ( inclusi amministratori locali) a Bergamo non volevano chiudere, ma come sempre, quei tanti che a posteriori avevano sbagliato, stanno ora zitti: i mea culpa sono scomodi.
Il processare qualcuno, significa già aver assolto gli altri.
Ed infatti, da un articolo del Corriere (il provvedimento a cui si allude, è quello di chiusura):
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A me non pare davvero che gli italiani ed i lombardi volevano chiudere.
Sarà un altro bello show, avvincente: intanto, la Sanità pubblica continuerà ad andare come sta andando, ma questa narrativa è più scomoda.