D'azzardo s'è sempre giocato, e molto, illegalmente: la legalizzazione ha solo reso evidente a tutti quello che era evidente a molti.
Tra l'altro i giochi d'azzardo illegali non sono affatto morti e prosperano allegramente, facendo non corrispondere al vero l'affermazione "prima si poteva giocare solo al casinò"
Io ricordo un temerario giro di "Piatto" (o "Banco" che dir si voglia) in un Natale della mia infanzia, dove un innocuo piattino da 50 lire a partecipante (una quindicina compresi nonni e bambini), per mero effetto del caso, arrivò a due milioni di lire tra lacrime, sudate, attacchi di panico e quant'altro.
Tutto perché le carte "cattive" erano uscite tutte all'inizio e quante probabilità ci sono che su 20 carte tu debba beccare le ultime 4 perdenti rimaste... ecco, una dietro l'altra, al raddoppio.
Quella volta fu mandato tutto "a monte" perché due milioni nel 1990 erano, per la mia famiglia un bel patrimonio e nessuno se l'è sentita di incassarli a scapito degli altri.
Ci vuole proprio poco a farsi male, pure in famiglia.
Per quanto mi riguarda mi piacciono i giochi a pronostico: mio padre mi ha passato la passione del Totocalcio (lui non segue il calcio, io sì), finché è durato; poi sono passato alle scommesse, ma in maniera più razionale possibile, segnandomi ogni volta la spesa e gli eventuali incassi.
Gioco poco, pochissimo sia in termini pecuniari (mai più di 10€, quasi sempre meno di 5€), che in termini di periodicità ("qualche volta l'anno").
Sono in attivo di qualche centinaio di euro in circa 22 anni.
Nel tabaccaio davanti al Tribunale che frequento ho visto il pietosissimo gestore dichiarare ripetutamente come "rotte" le macchinette a sequele di anziani e anziane che, secondo sua dichiarazione, si ci giocherebbero la pensione e anche di più; ovviamente è probabile che se le vadano a giocare in un altro locale, ma tant'è.