L'ortodossia perniciosa del politically correct

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DaniLao
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L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da DaniLao »

finestraweb ha scritto: Chi ha avuto parenti picchiati o ammazzati dai fascisti, li odierà per sempre, anche quando gli assassini finiranno sotto terra, vedrà sempre nei loro figli i medesimi carnefici.
No, non si può fare i qualunquisti.
Si perseguono le idee, non i figli, le politiche, non i popoli. Questo mi sembra alla base di tutto.

Perché il fascismo era un’idea sbagliata Mauro, non c’entrano nulla le convinzioni personali
Trash ha scritto: Strano come in Italia si faccia sempre riferimento ai fascisti e mai ai tedeschi/nazisti e loro discendenti....
Vedi, noi siamo avanti!
Il nostro topic antifascista li comprende entrambi. Son quasi sinonimi.
Per quanto riguarda i discendenti (e i popoli) credo valga quanto risposto a Mauro
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da finestraweb »

DaniLao ha scritto: 26 mar 2024, 16:14
finestraweb ha scritto: Per la cronaca, la formulazione con cui ci si sposa in Chiesa (ma credo anche in ambito civile), ovvero tutta quella tiritera a cui si è accennato, è cambiata dal 2004: ora l'uno accoglie l'altro.
Politicamente corretti anche loro.
Dopo duemila anni.
Dai, poteva andare peggio
La differenza tra crederci ed essere politicamente corretto sta nella coerenza che dimostriamo verso le parole che usiamo.
Il politicamente corretto è un'ipocrisia ed essere ipocrita riesce particolarmente bene agli stupidi che non hanno senso critico verso se stessi.
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da DaniLao »

finestraweb ha scritto:
La differenza (…) se stessi.
Parole sante…
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da finestraweb »

Quello che volevo dire: tra spazzino ed operatore ecologico, cosa cambia?
Tra 'prendere' ed 'accogliere' cambia....se sono ipocrita allora è solo un nuovo termine politicamente corretto, altrimenti è un diverso significato, una diversa missione, un diverso proposito.
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da wilcoyote »

finestraweb ha scritto: 26 mar 2024, 15:54 Può essere vero che il mondo si divida per sensibilità: chi l'ha persa e chi l'ha conservata, con diverse sfumature.
Chi ha avuto parenti picchiati o ammazzati dai fascisti, li odierà per sempre, anche quando gli assassini finiranno sotto terra, vedrà sempre nei loro figli i medesimi carnefici.
Ora, cosa c'entrino i fascisti in questa discussione mi è sfuggito, ma non importa.
Non l'ho capito nemmeno io. :oops:
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da wilcoyote »

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Non li sopporto più.
Chi?
Quelli che abbattono le statue di Cristoforo Colombo.
Quelli che purgano le tragedie di Shakespeare correggendo i termini "offensivi" e "discriminatori".
Quelli che protestano perché la Scala apre la stagione con un'opera russa di centocinquanta anni fa.
Quelli che impongono quote obbligatorie di attori non "caucasici" nelle serie TV e nei film anche quando il contesto ne rende ridicolo l'impiego.
E non sopporto più nemmeno quelli che in cuor loro trovano assurde, come me, queste cose, ma stanno zitti per timore di sembrare razzisti o insensibili.
Non ci si può rendere complici dell'ottusità arrogante camuffata da sete di giustizia.
Io questa follia la chiamo col suo nome: censura. Un nome che fa schifo ovunque a coloro che amano la ragione, l'arte e la libertà.
I diritti umani, le pari opportunità, la lotta contro il razzismo ed ogni fobia discriminatoria sono cose troppo importanti per essere associate ai deliri iconoclasti dei fanatici.
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da finestraweb »

Screenshot_20240401-101819_1.jpg
Screenshot_20240401-101819_1.jpg (102.93 KiB) Visto 2399 volte
L'avesse detto a proposito degli atleti israeliani, l'avrebbero accusata di antisemitismo.
Perché mischiare politica e popolo verso gli israeliani non è concesso, anzi è segno di "rigurgito nazista".
Farlo verso i russi e bielorussi è invece cosa buona e giusta, politicamente corretta, gradita e doverosa.

Ricorderei a tutti costoro cosa disse Bertolt Brecht... ma l'arroganza a volte si mischia con l'ignoranza.
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da finestraweb »

Un bell'esempio di politicamente corretto, cioè di cosa oggi conta:

https://youtu.be/xbRFLV6tHZI?si=6KCq1rZSLpC52Uuk&t=1764

Episodio da 29' 25''
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da wilcoyote »

Vi ricordate questi versi: «Cantami, o diva, del Pelide Achille l’ira funesta?» Ecco, a quanto pare Omero è il capostipite della «mascolinità tossica» e un esempio di «patriarcato» e va bandito dalle scuole.

«Sono molto orgogliosa di dire che quest’anno abbiamo rimosso l’Iliade e l’Odissea dai nostri programmi», dichiara Heather Levine, che insegna alla Lawrence High School. Negli Stati Uniti non hanno gradito che gli eroi omerici siano guerrieri «forti e dai capelli biondi», e hanno pensato bene di impedire ai ragazzi di leggerlo in classe.

Ma di cosa parla l’Iliade? Dell’onore, di gelosia, amicizia, tradimenti, di uomini assetati di potere che vorrebbero dominare il mondo e di innocenti che muoiono in modo tragico a causa di una guerra voluta dai potenti. Vi suona familiare? Ma soprattutto parla dell’amore: dell’amore verso la propria patria, l’amore fraterno e dell’amore di un padre nei confronti del figlio.

Vi ricordate di quando il vecchio Priamo supplica Achille di restituirgli il corpo di Ettore? Io mi ricordo che quando lo lessi per la prima volta mi commossi del dolore di questo padre che avanza nella notte vestito come un mendicante e si mette in ginocchio davanti all’assassinio di suo figlio. E vi ricordate la scena in cui Ettore dice addio alla moglie e al figlioletto? Ecco, in quei momento la guerra non è più gloriosa, non è più eroica, ed Omero ve lo mostra!

Secondo voi è tossico tutto questo? E sì l’Iliade parla di uno scontro tra due civiltà, esattamente come le guerre di oggi, ed esattamente come le guerre di oggi nasce da un pretesto, il tradimento di Elena nei confronti del marito Menelao che un uomo assetato di potere, Agamennone, fratello di Menelao, sfrutta per dare inizio alla guerra. Per distruggere i suoi nemici. E alla gente «racconta» la favoletta del tradimento di Elena.

Perché forse il vero motivo per bandire i classici non è perché sono politicamente scorretti e non stanno al passo con i tempi ma perché lo sono fin troppo! Non sia mai che i ragazzi leggendoli, incomincino a fare una cosa pericolosissima per gli Agamennone di oggi e di ieri: pensare!
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Re: L'ortodossia perniciosa del politically correct

Messaggio da wilcoyote »

Pare che la deriva del politicamente corretto non sia solo una mia fissa...
ricolfi.jpg
ricolfi.jpg (55.7 KiB) Visto 561 volte
Luca Ricolfi, con "Il follemente corretto", offre un'analisi acuta e metodologicamente rigorosa di un fenomeno culturale che sta ridisegnando il panorama sociale contemporaneo. L'opera si distingue per la sua capacità di coniugare l'indagine semantica con quella sociologica, introducendo un neologismo - il "follemente corretto" - che cattura l'essenza di una deriva linguistica e culturale sempre più pervasiva.

Il sociologo italiano, già noto per aver teorizzato il concetto di "società signorile di massa", struttura la sua analisi in due parti complementari. Nella prima, esplora i fondamenti del politicamente corretto nella sua declinazione più estrema, mentre nella seconda propone una lettura storica del fenomeno, illustrando come questo gergo si sia trasformato in uno strumento di potere e di distinzione sociale.

Particolarmente illuminante è l'analisi dei meccanismi attraverso cui il "follemente corretto" si manifesta nelle istituzioni e nelle grandi aziende, per i quali Ricolfi porta esempi concreti e significativi.
Questi episodi non sono presentati come meri aneddoti, ma come manifestazioni di un fenomeno più ampio che tocca la libertà accademica, professionale e d'espressione.

L'aspetto più innovativo dell'analisi dell’autore risiede nell'esplorazione della dimensione sociologica del fenomeno. Il "follemente corretto" emerge come strumento di distinzione sociale, utilizzato dalle classi medio-alte per marcare una superiorità morale e culturale. Questa dinamica ha prodotto conseguenze politiche significative, come l'allontanamento dei ceti popolari dalla sinistra tradizionale, che ha progressivamente spostato il proprio focus dai diritti collettivi ai diritti civili.

Un elemento cruciale dell'analisi è il ruolo di Internet nel rafforzare e perpetuare il "follemente corretto". La rete, con la sua tendenza alla semplificazione e alla reazione immediata, ha amplificato il fenomeno, creando un ambiente dove la riflessione ponderata cede il passo a associazioni automatiche e stigmatizzazioni linguistiche.

La conclusione del libro, che ipotizza un'eventuale implosione del fenomeno sotto il peso delle proprie contraddizioni, appare più come un auspicio che come una previsione fondata, considerando proprio la forza del medium digitale nel sostenere e diffondere queste dinamiche linguistiche e sociali.

Un’opera che fornisce gli strumenti analitici per comprendere come il "follemente corretto" non sia semplicemente una deriva linguistica, ma un fenomeno sociale complesso che riflette e al contempo plasma nuove gerarchie sociali, in un'epoca caratterizzata dall'atomizzazione sociale e dal crescente narcisismo individuale.
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