Pare che la deriva del politicamente corretto non sia solo una mia fissa...
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Luca Ricolfi, con "Il follemente corretto", offre un'analisi acuta e metodologicamente rigorosa di un fenomeno culturale che sta ridisegnando il panorama sociale contemporaneo. L'opera si distingue per la sua capacità di coniugare l'indagine semantica con quella sociologica, introducendo un neologismo - il "follemente corretto" - che cattura l'essenza di una deriva linguistica e culturale sempre più pervasiva.
Il sociologo italiano, già noto per aver teorizzato il concetto di "società signorile di massa", struttura la sua analisi in due parti complementari. Nella prima, esplora i fondamenti del politicamente corretto nella sua declinazione più estrema, mentre nella seconda propone una lettura storica del fenomeno, illustrando come questo gergo si sia trasformato in uno strumento di potere e di distinzione sociale.
Particolarmente illuminante è l'analisi dei meccanismi attraverso cui il "follemente corretto" si manifesta nelle istituzioni e nelle grandi aziende, per i quali Ricolfi porta esempi concreti e significativi.
Questi episodi non sono presentati come meri aneddoti, ma come manifestazioni di un fenomeno più ampio che tocca la libertà accademica, professionale e d'espressione.
L'aspetto più innovativo dell'analisi dell’autore risiede nell'esplorazione della dimensione sociologica del fenomeno. Il "follemente corretto" emerge come strumento di distinzione sociale, utilizzato dalle classi medio-alte per marcare una superiorità morale e culturale. Questa dinamica ha prodotto conseguenze politiche significative, come l'allontanamento dei ceti popolari dalla sinistra tradizionale, che ha progressivamente spostato il proprio focus dai diritti collettivi ai diritti civili.
Un elemento cruciale dell'analisi è il ruolo di Internet nel rafforzare e perpetuare il "follemente corretto". La rete, con la sua tendenza alla semplificazione e alla reazione immediata, ha amplificato il fenomeno, creando un ambiente dove la riflessione ponderata cede il passo a associazioni automatiche e stigmatizzazioni linguistiche.
La conclusione del libro, che ipotizza un'eventuale implosione del fenomeno sotto il peso delle proprie contraddizioni, appare più come un auspicio che come una previsione fondata, considerando proprio la forza del medium digitale nel sostenere e diffondere queste dinamiche linguistiche e sociali.
Un’opera che fornisce gli strumenti analitici per comprendere come il "follemente corretto" non sia semplicemente una deriva linguistica, ma un fenomeno sociale complesso che riflette e al contempo plasma nuove gerarchie sociali, in un'epoca caratterizzata dall'atomizzazione sociale e dal crescente narcisismo individuale.