Per diverse ragioni mi trovo in difficoltà a partecipare a questo topic. In primo luogo perché ho sempre visto la produzione di orologi da tavolo, da parete, ecc. come un tutt'uno. Non che non sia possibile organizzarla per "brand" ma la maggior parte dei russofili la conosce poco o niente nel suo insieme e puntare solo su uno dei diversi nomi potrebbe creare stereotipi che poi saranno difficili da smontare.
Un altra ragione è data dalle tipologie. Il ruolo di una sveglia non era molto diverso da un orologio da parete o da tavolo. Per un lungo periodo, decenni, in una casa poteva mancare un orologio da polso ma non una sveglia, un cucù, e simili. Prima questi e poi quelli da polso.
Al tempo del Grande Terrore se arrivavi in ritardo la lavoro venivi accusato di sabotaggio, reato che comportava la deportazione per un minimo di cinque anni. Quando la tempesta iniziò a calmarsi ecco che sui giornali veniva denunciata la carenza sia quantitativa che qualitativa degli strumenti di misura del tempo che, solo e soltanto loro, potevano permettere agli umani di svegliarsi e regolarsi a dovere.
A disastro compiuto ci si chiedeva " ma come fanno i nostri operai ad arrivare in orario se non hanno nemmeno una sveglia o se quelel disponibili non funzionano, si bloccano, ritardano ?".
Nel frattempo tutti i direttori delle fabbriche, i tecnici e le maestranze più qualificate erano ormai o fucilati o deportati in Siberia. Accusati di sabotaggio perché non avevano rispettato gli obiettivi assegnati
In realtà con il "terrore" si mascherava l'inefficienza delle fabbriche, dei macchinari vetusti e usurati per l'eccessivo lavoro e mancanza di manutenzione (anche quando nuovi invecchiavano molto rapidamente).
Per non dire delle quote di produzione assurde, fuori dalla realtà. Chiunque provasse ad obiettare qualcosa era un sabotatore. Chiunque provasse ad avanzare una critica era un sabotatore. Chiunque provasse a introdurre cambiamenti era un sabotatore.
E' una storia tragica e personalmente ho un blocco mentale a ridurla a quattro foto.
Dopo la guerra e dopo Stalin i tempi cambiarono ma per la stragrande maggioranza delle persone a misurare il tempo erano sempre gli orologi per la casa. Quando si dice che, metà anni '50, l'industria sovietica produceva 25 milioni di orologi andrebbe anche ricordato che più della metà, molto di più, non erano orologi da polso.
Ancora negli anni '60 gli orologi per la casa costituivano la parte preponderante ( e buona parte di quelli da polso erano destinati all'esportazione. La tendenza iniziò a cambiare negli anni '70, molto a fatica e molto lentamente.
Insomma, parlare di questa parte dell'orologeria sovietica richiede un retroterra culturale diverso e molto poco presente nelle nostre menti.
Gli orologi per la casa hanno avuto un rapporto intimo e profondo con le "vite degli altri". Una sveglia o una pendola erano di tutti. Di tutti quelli che vivevano in quell'ambiente. Se si fermavano era un dramma collettivo, non individuale.
Se, come diciamo spesso, un orologio da polso con una incisione personalizzata si porta appresso una storia, allora uno qualsiasi orologio per la casa, anche senza alcuna dedica, si porta appresso un mondo.
Probabilmente tutte queste considerazioni sono solo delle mie "fisse"

e, una volta, enunciate ce le possiamo lasciare alle spalle.
In questo mondo di edonisti, modaioli e modernaioli, non gliene frega niente a nessuno.
Allora devo confessare che, pur presenti in discreto numero nella mia collezione, questo tipo di orologi non li ho mai fotografati seriamente (non ci posso far niente, una fissa è una fissa).
Quindi poscia per cui posso solo contribuire con qualche foto casuale (oltre che con i cataloghi già pubblicati e quelli che pubblicherò).
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Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)