Certo è che c'è da fare una distinzione di fondo tra i ristampati attuali (post 1991) e... il prima, soprattutto un "prima" risalente agli anni 50-60.
Non è che ne sappia molto, però era consuetudine che gli orologiai riparatori potessero all'occorrenza ristampare un quadrante. Come e di cosa fossero forniti non lo so, forse avevano le matrici.
Negli anni '60 a Varsavia esisteva una azienda che stampava quadranti Blonie&Co. partendo da matrici Poljot.
Questo vuol dire che il materiale atto allo scopo circolava tramite canali autorizzati. A partire da questo è possibile ipotizzare casi di "uso improprio" e chiedersi anche che fine abbiano fatto questi materiali, attraverso quante mani siano passati, fino a quando.
In questi casi è difficile distinguere l'originale dal "ristampato" utilizzando materiali originali. Ci sarebbe da chiedersi anche se abbia senso parlare di "originale".
Un traccia, ma non l'ho ancora compresa bene, indica che in alcun casi il quadrante fatto in laboratorio si caratterizza per una tendenza al bianco/giallino/panna.
In ogni caso non parlerei di franken. Le modalità di riparazione e manutenzione fanno parte della storia complessiva di questa orologeria.
Il punto è sempre lo stesso: mai spenderci troppo, mai cadere nella trappola del "nos"= maggior-valore-monetario ( è particolarmente vero per il vintage d'epoca).
Uscito dalla fabbrica o "rigenerato" d'epoca in laboratori autorizzati, non fa molta differenza. Anzi hanno un valore collezionistico ambedue, seppure per motivi diversi.
Ad ogni modo ripropongo le foto di alcuni quadranti che acquistai in Russia. Se non ricordo male il venditore mi diceva che erano rimanenza del laboratorio di riparazione del padre (o qualcosa di simile).
Queste storie vanno sempre prese con le pinze, comunque questi quadranti hanno circolato per poco tempo e in quantità limitate. (Ok, non è che faccia controlli vita natural durante

).Costavano niente, in totale, meno della commissione WU.
A me sembra che sia roba dei nostri giorni.
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Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)