Cane ha scritto:mchap ha scritto:A Ca', non mi mettere in bocca cose che non ho mai sostenuto.
Mi pareva di ricordare una vecchia discussione...
Il succo era quello che ho riportato.
Riguardo all' "esotico" non credo che sia molto soggettivo. Le scritte in cirillico, con tutti gli annessi e derivati, erano una delle leve fondamentali della pubblicità nel periodo modaiolo. Cirillico su tutto , dagli orologi ai jeans passando per i profumi.
Diverso il discorso per il periodo precedente. Era impensabile vendere orologi in cirillico nel mercato occidentale (anche se, per un breve periodo, vennero esportati). Come ha evidenziato CPC vennero anche creati "brand" appositi, tra questi Sekonda è il più noto.
Inoltre c'erano anche questioni legate alle regole sull'importazione che obbligavano alle scritte in caratteri latini.
Cirllici o latini per me la cosa non è fondamentale. Ripeto, potendo scegliere meglio il cirillico, è ovvio! non c'è nemmeno bisogno di dirlo.
D'altra parte bisogna pur riconoscere che ogni vota che lo guardi, o lo fai vedere a qualcuno, ci si chiede "ma che caxxo c'è scritto?", oppure lo si traduce a chi lo guarda suscitando , a volte, un qualche stupore. Stupore o perplessità legate proprio all' "esotismo" di un alfabeto misterioso per i più.
Del resto, che senso avrebbe indossare oggi un orologio con scritte in cinese o arabo?
A proposito, l'industria sovietica ha stampato quadranti anche in lingue arabe (o qualcosa del genere) e penso che un collezionista darebbe qualcosa per averne qualcuno

.
A meno di non conferire al cirillico una valenza "politica" e ideologica il resto è tutto legato al mistero delle scritture e lingue diverse dalla nostra.
La penso così da quando imparai che Beatles significava scarafaggi
A nessuno sarebbe venuto in mente di chiamare , italiano, un gruppo a quel modo eppure... Giannetto Hendrix, l'esotico di una lingua sconosciuta
C'è poi un altro aspetto della storia difficile da definire bene: gran parte della produzione sovietica era destinata all'esportazione. Pensata per i mercati esteri e il successo o meno di queste esportazioni poteva a volte influire sulla vita di un orologio o di un movimento.
Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)