In un certo senso, la nave di Teseo può avere attinenze non solo con il mondo dei libri, ma anche con quello dell'orologeria. Per chi non ricordasse il mito della nave di Teseo, riporto questo breve passo:
“Il vascello sul quale Teseo si era imbarcato con gli altri giovani guerrieri, e che egli riportò trionfalmente ad Atene, era una galera a trenta remi, che gli Ateniesi conservarono fino ai tempi di Demetrio di Falera. Costoro ne asportarono i vecchi pezzi, via via che questi si deterioravano, e li sostituirono con dei pezzi nuovi che fissarono saldamente all’antica struttura, finché non rimase neppure un chiodo o una trave della nave originaria. Anche i filosofi, discutendo dei loro sofismi, citano questa nave come esempio di dubbio, e gli uni sostengono che si tratti sempre dello stesso vascello, gli altri che sia un vascello differente.”
(Plutarco, Vite Parallele, Teseo, 23.1)
Si tratta di una questione annosa, che ricorre in diverse culture e diverse epoche. E così alla nave di Teseo possiamo affiancare ad esempio l'ascia di George Washington o il calzino rattoppato di John Locke.
E nel caso di un orologio da collezione? Fino a che punto possiamo spingerci nel recupero, restauro o riparazione senza perdere il valore originale? Quali sono le parti che possiamo sostituire a cuor leggero e quali invece è meglio riparare o tentare a tutti i costi di mantenere nello stato in cui si trovano?
La questione ovviamente non riguarda solo gli orologi sovietici e gli orologiai senza scrupoli o senza competenze che ci mettono le mani. Non è un mistero che tutte le maison di un certo prestigio, tra cui ad esempio Omega, Rolex, IWC o Lange und Söhne, operano nei propri centri di assistenza seguendo un protocollo comune: tutte le parti usurate devono essere sostituite.
Lacrime amare sono state piante da inesperti collezionisti che si sono visti restituire - dietro cifre astronomiche - un Daytona dal quadrante sfavillante al posto dell'originale con patina decennale.
E chi colleziona orologi di minor costo ma non per questo meno adorabili, cosa è disposto ad accettare? Da quali parti dipende l'originalità? La tollerabilità di una riparazione o di una sostituzione dipende dal valore dell'orologio? O dalla sua rarità?
Io sono un fondamentalista tollerante, nel senso che gli orologi interamente originali per me sono solo quelli che si trovano nelle condizioni in cui sono usciti dalla fabbrica. Tuttalpiù posso accettare che manchi qualcosa di marginale, come la scatola o i documenti. Questo però non mi impedisce di apprezzare un orologio a cui sono state sostituite parti soggette ad usura, come ansette o cristallo, a patto che siano coeve. Ma non è sempre così facile, dipende
