La società consumista vive di infelicità.
Se tu fossi felice non avresti desideri e non consumeresti. Per essere un buon consumatore o consumatrice devi essere infelice.
Come si crea l'infelicità generalizzata?
Uno dei modi è estremamente semplice. Crei un problema che non esiste.
Tipo?
Crei figure di famiglie, uomini, donne, ragazzi, assolutamente irraggiungibili, perfetti, soddisfatti, belli.
Loro vengono presentati come felicissimi.
Quindi, per essere felici, devi diventare come loro. Cosa impossibile... Ma farai di tutto per raggiungere l'obiettivo.
Facciamo l'esempio della donna, che fra tutte le figure è quello più stereotipato.
Se sei troppo alta non sei abbastanza femminile. Ma pure se sei troppo bassa. Anche se sei un poco troppo larga o tropo stretta. Se hai le tette troppo grandi o troppo piccole. Se hai troppi peli. Se hai le sopracciglia non perfettamente ad arco. Se il naso che ha una gobbetta. Se hai un poco di cellulite. Se hai anche solo un filo di panzetta.
La lista è infinita.
In pratica donne perfettamente femminili (secondo il canone Barbie) ce ne saranno un centinaio in tutto il pianeta.
Poi basta guardare gli insulti social a qualsiasi donna che non cerchi di inquadrare il canone e potrete immaginari infelicità e insoddisfazione.
Stesso discorso vale per gli uomini! Che se non hai la super macchina e i muscoli (e mille altre cose) sei un fallito.
Idem per i genitori, che se non sono perfetti a crescere figli sorridenti vuol dire che hanno sbagliato tutto e dovevano allevare lucertole.
Alla fine abbiamo una società di gente insoddisfatta, infelice, triste, rancorosa, arrabbiata.
Abbiamo una società consumista e capitalista.
Dicono che questo modello punti alla felicità. È vero. E per farlo deve rendere tutti infelici.
Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
Mi sono gia' fatto la domanda vedendo una ventina di immagini in un centro commerciale, tutti felicissimi, bellissimi, ecc...wilcoyote ha scritto: 21 set 2021, 18:22 Crei figure di famiglie, uomini, donne, ragazzi, assolutamente irraggiungibili, perfetti, soddisfatti, belli.
Loro vengono presentati come felicissimi.
(come le figure che indichi tu...

Possibile che tutti siano belli e felici in questo modo

Se ci ritorno faccio qualche foto...

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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
È il capitalismo, baby!
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
E' il lato brutto del capitalismo...

Il capitalismo e' come la democrazia, ha tanti difetti ma non c'e' nulla
di meglio...

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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
Questo è tutto da dimostrare. Dici così perché hai vissuto gran parte della tua vita durante l'epoca d'oro delle classi medie. Se io avessi lavorato come ingegnere in una grande azienda tra gli anni 60 ed il 2000 adesso vivrei in una villa, non in una ex casa popolare (che è tutto ciò che io ed i miei colleghi possiamo permetterci), tanto per dirne una. Adesso siamo nell'epoca del capitalismo di rapina, ma non è che è prima fosse meno rapace, semplicemente c'era più roba da rubare. Non arrivo a dire che la proprietà privata sia un furto, ma lo diventa oltre un certo limite di beni posseduti. Nell'America dei primo del 900 c'era una megaazienda paragonabile per ricchezza e influenza a Google, Amazon ecc., posseduta da quello che poi è diventato sinonimo di straricco: Rockerduck... ah ehm no, Rockefeller, la cui ricchezza era maggiore di quella della maggior parte degli Stati dell'epoca, almeno tra quelli non coloniali. Il Parlamento USA con apposita legge impose lo smembramento della compagnia (Standard Oil Company). Oggi una legge simile è semplicemente inconcepibile, anche se sarebbe auspicabile. Ma il capitalismo così come oggi è concepito è quello stesso che ci sta portando a tutta velocità verso una crisi ambientale senza precedenti da quando il primo animale marino strisciò sulla terraferma.
Ultima modifica di wilcoyote il 22 set 2021, 18:27, modificato 1 volta in totale.
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
Non credo che Adam Smith avrebbe mai pensato (ed auspicato) uno scenario come quello che viviamo oggi.
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
In realtà il capitalismo odierno non ha nulla a che vedere con quello teorizzato da Adam Smith oppure da Friederich von Hayeck, al cui pensiero si rifà la "Scuola di Chicago". Ho letto alcuni suoi scritti e saggi su di lui e, anche se non sono d'accordo con lui quasi in niente, certamente non pensava ad un'economia senza nessuna regola, come stanno facendo le multinazionali odierne.ale9191 ha scritto: 22 set 2021, 12:46 Non credo che Adam Smith avrebbe mai pensato (ed auspicato) uno scenario come quello che viviamo oggi.
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
La storia insegna che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare; tra idee e ideali e la loro messa in pratica c'è un vasto oceano.
Comunque, lo aveva notato anche il buon vecchio Leopardi nazionale che siamo tutti destinati ad essere infelici. Siamo vittime di noi stessi, perché in sostanza non siamo mai contenti. Il capitalismo ha fatto perno su questa caratteristica imprescindibile dell'uomo, ha approfittato della continua ricerca della felicità in cui le persone erano già ingarbugliate. I desideri esistevano già prima del consumismo. Certo, poi ne sono stati creati di superflui, inutili, totalmente autodistruttivi in certi casi.
Insomma, sono d'accordo: la società consumistica vive di infelicità; ma nell'esistenza dell'uomo la felicità non è una "condizione" duratura tanto quanto il suo opposto già ab ovo.
Comunque, lo aveva notato anche il buon vecchio Leopardi nazionale che siamo tutti destinati ad essere infelici. Siamo vittime di noi stessi, perché in sostanza non siamo mai contenti. Il capitalismo ha fatto perno su questa caratteristica imprescindibile dell'uomo, ha approfittato della continua ricerca della felicità in cui le persone erano già ingarbugliate. I desideri esistevano già prima del consumismo. Certo, poi ne sono stati creati di superflui, inutili, totalmente autodistruttivi in certi casi.
Insomma, sono d'accordo: la società consumistica vive di infelicità; ma nell'esistenza dell'uomo la felicità non è una "condizione" duratura tanto quanto il suo opposto già ab ovo.
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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
La felicità è uno dei fini che rende la vita degna di essere vissuta. Ma il consumismo inganna facendo credere che consumando smodatamente si possa raggiungere. Invece ho vissuto abbastanza, a cavallo di quella che probabilmente è una delle epoche più dinamiche della storia umana (nato nel 1961), per aver potuto personalmente sperimentare che in realtà basta poco per essere felici, anche se si tratta di uno stato temporaneo. Dopotutto anche l'infelicità è temporanea, il consumismo tende ad allargare questi intervalli di tempo a scapito di quelli felici.Cave ha scritto: 24 set 2021, 11:46 La storia insegna che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare; tra idee e ideali e la loro messa in pratica c'è un vasto oceano.
Comunque, lo aveva notato anche il buon vecchio Leopardi nazionale che siamo tutti destinati ad essere infelici. Siamo vittime di noi stessi, perché in sostanza non siamo mai contenti. Il capitalismo ha fatto perno su questa caratteristica imprescindibile dell'uomo, ha approfittato della continua ricerca della felicità in cui le persone erano già ingarbugliate. I desideri esistevano già prima del consumismo. Certo, poi ne sono stati creati di superflui, inutili, totalmente autodistruttivi in certi casi.
Insomma, sono d'accordo: la società consumistica vive di infelicità; ma nell'esistenza dell'uomo la felicità non è una "condizione" duratura tanto quanto il suo opposto già ab ovo.
Insomma, la felicità sta nelle piccole cose.
Ovviamente ci sono eccezioni:

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Re: Come creare problemi che non esistono o della coltivazione dell'infelicità
Pienamente d'accordowilcoyote ha scritto: 24 set 2021, 14:36La felicità è uno dei fini che rende la vita degna di essere vissuta. Ma il consumismo inganna facendo credere che consumando smodatamente si possa raggiungere. Invece ho vissuto abbastanza, a cavallo di quella che probabilmente è una delle epoche più dinamiche della storia umana (nato nel 1961), per aver potuto personalmente sperimentare che in realtà basta poco per essere felici, anche se si tratta di uno stato temporaneo. Dopotutto anche l'infelicità è temporanea, il consumismo tende ad allargare questi intervalli di tempo a scapito di quelli felici.Cave ha scritto: 24 set 2021, 11:46 La storia insegna che fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare; tra idee e ideali e la loro messa in pratica c'è un vasto oceano.
Comunque, lo aveva notato anche il buon vecchio Leopardi nazionale che siamo tutti destinati ad essere infelici. Siamo vittime di noi stessi, perché in sostanza non siamo mai contenti. Il capitalismo ha fatto perno su questa caratteristica imprescindibile dell'uomo, ha approfittato della continua ricerca della felicità in cui le persone erano già ingarbugliate. I desideri esistevano già prima del consumismo. Certo, poi ne sono stati creati di superflui, inutili, totalmente autodistruttivi in certi casi.
Insomma, sono d'accordo: la società consumistica vive di infelicità; ma nell'esistenza dell'uomo la felicità non è una "condizione" duratura tanto quanto il suo opposto già ab ovo.
Insomma, la felicità sta nelle piccole cose.
Ovviamente ci sono eccezioni:![]()
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