Riarmiamo l'Europa? Ma anche NO!
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Riarmiamo l'Europa? Ma anche NO!
Penso che valga la pena davvero leggere le 18 paginette che sono state votate dal Parlamento europeo in merito al tema del riarmo. Contengono una visione delirante, fondata su un eurocentrismo del tutto fuori dalla storia e costruito su una rabbiosa reazione all'idea di "essere sotto attacco". L'Unione europa è circondata da nemici, dalla Russia con i suoi alleati Bielorussia, Cina, Corea del Nord e Iran, e pure dagli Stati Uniti. Deve considerare il Mar Nero e il Mar Baltico due zone di guerra, dove occorre un rapido riarmo. Al tempo stesso deve proteggere i propri "interessi strategici" in Africa. Deve considerare la guerra in Ucraina come uno scontro di civiltà da vincere a tutti i costi. Alla Cina poi è riservata una durezza particolare perché ha ambizioni smodate e "rappresenta un rischio per la sicurezza regionale e globale e per gli interessi economici dell'UE". In estrema sintesi il Parlamento europeo ha votato una vera e propria dichiarazione di guerra contro il resto del mondo, con toni, forme, linguaggio bellicosissimo, da cui è bandita ogni prospettiva di mediazione, di riflessione, di tolleranza. Si tratta del manifesto di un primato che richiama la supponenza culturale e che evoca il più trito colonialismo. E' naturale che su queste basi il riarmo diventi un valore assoluto, apodittico, su cui fondare la civilizzazione. L'Europa o è guerriera o non è, per parafrasare qualcuno. Questo messaggio è perfetto per mobilitare le coscienza e, prima ancora il risparmio e i capitali, verso la battaglia decisiva incombente. L'oro alla patria diventa la parola d'ordine della nuova gigantesca bolla del capitalismo finanziario che vuole sconfiggere gli usurpatori, come Trump, i cinesi e i russi della vera religione dei ricchi. Cosa c'entri tutto ciò con la pace e con la ricerca di un'Europa democratica, dei popoli, dal basso, è per me del tutto incomprensibile. Mi piacerebbe che quelle paginette le leggessero i tanti "padri nobili" e i numerosi artisti e intellettuali che vanno in piazza avvolti dalle bandiere blu.