cpc ha scritto: 26 gen 2017, 22:12
Chi sa parli!
Non sai cosa rischi con questo invito

però siccome io sono uno buono cercherò di essere sintetico.
Non ho fatto ricerche e non so quindi se di questo orologio o di simili se ne sia già parlato.
Non riesco a vedere bene i dettagli dell'ultima foto, non so quindi se possano aggiungere ulteriori elementi.
Detto questo ora dico: questo piccolo orologio o è una piccola enciclopedia dei misteri oppure è un fake d'annata ( e in quanto tale degno di stare nella.... miaaaaaaaaaa collezione

).
Propendo più per la seconda che per la prima ipotesi.
Tutto sta nelle scritte.
1) se è uno Slava non può essere della prima fabbrica di Mosca
2) le scritte "Unadjasted", Seconda Fabbrica di Orologi di Mosca, ecc. sono molto grossolane, completamente diverse dalla raffinatezza ed eleganza della scritta sul bariletto ( prima fabbrica di Mosca) e dalla precisione e fonts in uso negli anni '60 (epoca a cui è riferibile l'orologio).
Sembra, ma forse è un effetto della foto, che nella stessa parola i caratteri abbiano un ampiezza diversa.
3) Addirittura la A di " MADE" e "FACTORY" assomiglia alla Д (lettera D dell'alfabeto cirillico) ed è molto diversa dalla A di "Unadjasted"
4) All'epoca in paesi quali USA, Gran Bretagna, e tanti altri le importazioni dall'URSS ( e non solo ) erano regolamentate da norme molto precise che regolavano i volumi di importazione (quote di importazione).
Per aggirare tali quote e comunque vendere movimenti gli orologi venivano fatti assemblare nei "paradisi fiscali dell'orologeria" (HONG-KONG , GUAM, Isole Vergini) e molto spesso punzonati proprio con "Unadjasted" che equivaleva a dire che l'orologio non era stato sottoposto ai controlli di qualità della casa madre, una produzione non finita, aveva bisogno delle limature del caso (regolazione anzitutto ma poteva anche significa anche pulizia, lubrificazione,ecc.). Stessa cosa per il "Foreign" sul movimento o fondello.
Per quanto riguarda i russi si trattava in genere di orologi assemblati con movimenti russi ma dai brand più disparati non riconducibili direttamente all'autentico "made in ussr. Quadranti sempre e rigorosamente anonimi, non riportavano mai alcun "made". Quasi mai assomigliavano a quelli delle fabbriche sovietiche.
L'unico brand che richiamava la produzione russa era il "Cornavin".
Mi è sempre rimasto il dubbio se i Cornavin, con il "made in ussr" o meno, presenti nei cataloghi e generalmente attribuiti alle fabbriche sovietiche, non avessero la stessa origine di quelli prodotti nelle Isole Vergini con il brand Cornavin (riconducibile però direttamente ad una società registrata a Panama ( e la storia si allunga; i sovietici avevano in quel periodo discreti volumi di esportazioni di movimenti,parti, e orologi finiti, anche verso il centro-America)
(Questa dei "paradisi fiscali dell'orologeria" è una storia molto interessante di cui si è sempre parlato molto poco e per cenni. Io vi incappai un cinque sei anni fa grazie ad uno scambio con Cane; il toscanaccio mi passò un misero Jerlian (non ricordo cosa ebbe in cambio, sicuramente qualcosa di meglio

) che mi aveva incuriosito e da lì iniziai a ricostruire tutta la storia. I materiali sono abbondanti e anche discretamente precisi).
5) SLAVA di Besancon, molto brevemente. Nel 1972 nacque una joint-venture franco-sovietica denominata SLAVA con sede a Besancon dove venne creato un centro per l'assemblaggio,riparazione, commercializzazione, degli orologi esportati in occidente e , per quanto ne so, in gran parte del mediterraneo.
Della Slava di Besancon si sanno molte cose ma molto poco del suo modus operandi ( in particolare se dai suoi laboratori uscissero solo e soltanto orologi ufficialmente direttamente attribuibili all'Unione Sovietica e non anche degli "anonimi", "unadjusted, e simili, cosa che ritengo probabili ma solo sulla base di labili indizi).
Molto importante: un piccolo centro operativo con sede a Parigi già esisteva dalla metà degli anni '60.
Insomma questo orologio è di grande interesse per via delle possibili tante storie che lascia intravedere. In realtà sono storie che interessano a pochissimi anche se attraverso di esse si possono leggere le vicende della guerra fredda, spy-story,... fino ad arrivare ad un giallo riguardante una giovane ragazza dell'est Europa trovata morta a Besancon, al polso aveva un piccolo orologio Slava. Proprio a Besancon, ma nei primissimi anni '90.
Quindi:
A) ipotesi che ritengo meno probabile: un assemblato a Besancon. Probabilità prossime allo zero.
B) "paradisi fiscali", anche qui poche probabilità; come detto non riportavano il made, le scritte non erano così grossolane, ecc. Rimane la possibilità dell'esistente torbido

sottobosco che gravitava attorno a quel mondo paradisiaco.
C) se, come credo, l'orologio è anni '60 potrebbe trattarsi di una qualche produzione clandestina/parallela che cercava di sfruttare il grande successo di mercato che in quegli anni incontrarono gli orologi russi in Gran Bretagna. Possibile.
D) altrettanto probabile: qualche buontempone l'ha creato di recente (anche dieci-venti anni fa) mettendoci di tutto e di più pensando di costruirvi in tal modo interesse, originalità, e mistero. E chissà, forse conoscendo anche le storie a cui ho accennato.
Certo che quel Prima e, contemporaneamente, Seconda fabbrica... non pone a favore delle conoscenze del presunto autore.
Pensate se invece avesse scritto a mano Prima Fabbrica di Orologi di Mosca...
Conclusione: un orologio interessante perché, la si metta come si vuole, in ogni caso racconta un mondo.
CPC, visto che ho parlato?! e sono stato pure sintetico, vero?

Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai. Quelli persi, andati, spiritati, fottuti. Quelli con l'anima in fiamme.
(Charles Bukowski)